Come sarà il futuro del cibo italiano? Più Dop e Igp, sostenibile, e acquistato online

Come sarà il futuro del cibo italiano? Certificato Dop e Igp, ma anche più sostenibile e innovativo, acquistato online da piccoli gruppi di produttori locali, per ottenere prodotti a km0 e mantenere il legame con il territorio. La conferma arriva da una ricerca condotta da AstraRicerche, per cui la sostenibilità ambientale e sociale è il trend in ascesa per oltre 3 intervistati su 4. Che si dichiarano anche disposti a spendere di più per un prodotto con garanzie di sostenibilità certificate da enti autorevoli. Secondo la ricerca nei prossimi cinque anni gli italiani si ripropongono di incrementare il consumo di cibi sani, come verdura (54%), frutta (51,5%) e prodotti 100% italiani. Meglio se certificati da marchi Doc, Dop e Igp.

Apertura all’innovazione anche nell’ambito dei servizi

 “Dopo anni di ‘free from’, si sta tornando a pensare a un cibo che dà qualcosa di positivo, e dunque un cibo da scegliere è un cibo ‘con’, più che un cibo ‘senza’ – commenta Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche -. Una svolta, solo in parte dovuta all’effetto Covid-19, particolarmente rilevante: potrà spingere produttori e distributori a fare scelte diverse in merito ai prodotti e alla loro comunicazione”. L’apertura all’innovazione è evidente anche nell’ambito dei servizi legati al settore alimentare: il 40,6% degli italiani gradisce l’idea di una Subscription Box, ovvero una consegna regolare, in abbonamento, di prodotti ordinati tramite e-commerce, dedicata soprattutto ai prodotti lattiero-caseari. In particolare, se a proporla è una singola marca del settore (57,2%).

Interesse per i cibi fatti con ingredienti nuovi o poco utilizzati

Nonostante sia forte la convinzione che anche nel futuro il cibo ideale da trovare in tavola sia quello legato alle tradizioni culinarie del nostro Paese (47,2%, con percentuali più alte tra gli over 45), una buona fetta si mostra aperta alle novità: il 23,3% punta su cibi innovativi, fatti con ingredienti nuovi o poco utilizzati in Italia. Più aperti i giovani tra i 18 e i 24 anni, tra i quali la percentuale sale al 32%. In particolare, il 28,8% dei nostri connazionali mostra interesse per prodotti che contengono cannabidiolo (il 43% dei 18-24enni) e il 18,2% si dichiara interessato a provare prodotti in cui la carne sia sostituita, in tutto o in parte, dagli insetti, magari nella forma di farina (la percentuale sale al 25% tra i 18-24enni).

e-commerce alimentare: vincono i produttori locali

Quanto all’e-commerce per prodotti alimentari, sul podio delle preferenze al primo posto gli italiani mettono i gruppi di produttori locali, che si riuniscono e fanno consegne di quello che producono (37.0%). Al secondo posto, riporta Askanews, gli italiani scelgono la spesa online con una catena di supermercati (25.2%) e al terzo l’e-commerce generalista, con siti come Amazon e altri, (20,7%), anche se l’e-commerce generalista è al primo posto per i 18-24enni (30%).