Una Pmi su 4 è matura tecnologicamente, ma non ha la volontà di innovare

Una Pmi su 4 ha la maturità digitale, quello che ancora manca è la volontà di innovazione da parte degli imprenditori. Se da una parte l’88% degli imprenditori considera le innovazioni digitali necessarie per lo sviluppo del business, solo il 26% di loro ha una maturità digitale adeguata a competere sui mercati globali. E rispetto al 2019 gli investimenti in digitale risultano invariati o ridotti per la maggior parte delle Pmi. Questa reticenza si spiega con una visione imprenditoriale che guarda più al breve che al medio/lungo termine, ma anche con alcuni fattori di freno, che vanno dai costi di acquisto delle tecnologie digitali, percepiti come troppo elevati (27%) alla mancanza di competenze e di cultura digitale nell’organizzazione (24%), e allo scarso supporto delle istituzioni (11%).

Nel Nord Ovest il 20% non ha un sito web

I dati provengono dall’indagine dell’Osservatorio Innovazione Digitale 4.0 nelle Pmi del Politecnico di Milano, condotta su circa 200mila Pmi italiane. Per l’indagine, un ulteriore freno alla forza di innovare deriva dalla scarsa conoscenza degli incentivi governativi in vigore, in particolare nel Centro e Sud Italia. Il 68% degli imprenditori infatti non è aggiornato sugli incentivi relativi ai voucher consulenza in innovazione promossi dal Mise. E se nel Nord-Ovest, dove risiede il 32% delle Pmi, esiste un maggiore livello di maturità digitale relativa a specifici processi interni, il 13% non ha alcuna figura che si occupa dei temi Ict e digital, il 32% non adotta soluzioni di cybersecurity e il 20% non ha un sito web, riporta Ansa.

Il 44% delega il presidio delle aree Ict e Digital al Responsabile IT

In generale, nel 44% delle Pmi italiane il presidio delle aree Ict e Digital è del Responsabile IT il quale, quasi sempre, è impiegato a gestire attività non innovative, ma di manutenzione ordinaria dei sistemi informatici. Soltanto nel 20% dei casi è presente un Innovation Manager, e nel 18% esiste una figura dedicata a uno specifico ambito del digitale o a un singolo processo (un responsabile della sicurezza informatica, un eCommerce Manager, un Data Scientist), senza però un presidio di coordinamento di queste attività.

Nel 18% dei casi, poi, non esiste alcuna figura dedicata.

Scegliere l’outsourcing per la difficoltà di acquisire competenze interne

Conseguenza di questa tendenza è che le competenze vengono eccessivamente frazionate e spesso servizi e opportunità digitali strategici vengono esternalizzati, come ad esempio l’e-commerce, il Crm, le piattaforme web.

“La scelta dell’outsourcing – spiega la ricerca – deriva dalla difficoltà di acquisire competenze ad hoc in azienda, dalla ciclicità delle progettualità digitali e dai costi legati all’aggiornamento e alla formazione delle risorse dedicate”. Tanto che se il 28% delle Pmi svolge analisi di dati in maniera strutturata meno del 10% svolge analisi avanzate sfruttando i big data. Inoltre, a utilizzare la tecnologia Cloud  è soltanto il 30% del totale. E il 61% dei piccoli imprenditori non ha mai sentito parlare di soluzioni di IoT per l’Industria 4.0.