Logistica ed e-commerce: non è solo questione di spedizione

La logistica di e-commerce comprende un insieme vasto e intricato di processi, dalla gestione dell’ordine alla consegna finale, passando per l’immagazzinamento e la gestione delle scorte.
Una gestione logistica ottimale permette alle aziende di ridurre i costi operativi, migliorare i tempi di consegna e aumentare la soddisfazione dei clienti. Aspetti essenziali per costruire la lealtà del cliente e mantenere un vantaggio competitivo nel mercato saturato di oggi. 

Insomma, la logistica non è solo una questione di spedizione: è fondamentale per garantire la riuscita di ogni transazione online. È un elemento vitale che impatta l’efficienza operativa, la soddisfazione del cliente e la sostenibilità dell’ambiente. In pratica, è il cuore dell’e-commerce.

Gestione più efficiente grazie ad automazione, AI, IoT

Se con l’aumento del volume delle vendite online l’efficienza logistica è diventata più critica che mai, automazione, AI e IoT permettono una gestione più efficiente degli inventari, una migliore tracciabilità delle spedizioni e una riduzione dei tempi di consegna.
L’uso dell’AI, ad esempio, aiuta a prevedere i picchi di domanda, ottimizzare le rotte di consegna e personalizzare l’esperienza di acquisto. Questo non solo migliora l’efficienza, ma anche la qualità del servizio, rendendo il processo di e-commerce più fluido e meno suscettibile a errori e ritardi.

Nonostante gli avanzamenti tecnologici, le sfide sono numerose. Gestione dei ritorni, sostenibilità ambientale, e gestione delle aspettative dei clienti sono alcuni dei problemi più pressanti. Una strategia emergente è l’adozione di pratiche di logistica inversa, che non solo aiutano a gestire efficacemente i ritorni ma anche a ridurre l’impatto ambientale. 

L’importanza dell’analisi dei dati

L’analisi dei dati è un altro pilastro fondamentale della logistica e-commerce. Attraverso la raccolta e l’analisi di grandi volumi di dati, le aziende possono migliorare l’efficienza operativa e offrire servizi migliori ai clienti.
I dati possono rivelare pattern di acquisto, ottimizzare le scorte e prevenire sovra stoccaggio o esaurimento di magazzino.

In ogni caso, mentre il commercio elettronico continua a espandersi, anche l’importanza della logistica cresce. Le aziende che sapranno innovare e adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e alle mutate esigenze dei consumatori avranno maggiori possibilità di successo. 

Esperienza del cliente e sostenibilità le strategie vincenti

La capacità di influenzare positivamente l’esperienza del cliente e di ridurre l’impatto ambientale di una logistica efficiente sarà decisiva per il futuro del settore.
Le strategie di ottimizzazione logistica, come quelle implementate da Fby Solutions, giocano un ruolo chiave in questo scenario. La loro approccio olistico alla gestione della supply chain garantisce che ogni aspetto, dalla ricezione dell’ordine fino alla consegna, sia gestito con la massima efficienza.

Questa attenzione ai dettagli si traduce in una maggiore fiducia e soddisfazione del cliente, pilastri per il successo nell’era dell’e-commerce.

Per una Customer Satisfaction eccellente il driver è il benessere dei dipendenti

L’esperienza del cliente inizia nel momento in cui i dipendenti entrano in contatto con i consumatori, fornendo informazioni e servizi. Quando un’esperienza diventa memorabile da parte del cliente, emerge chiaramente il ruolo fondamentale del dipendente, che ha risolto un problema o superato le aspettative.
Questo è il risultato di dipendenti che si sentono valorizzati, coinvolti e parte di un progetto più ampio.

In pratica, se l’Employer eXperience (EX) brilla si riflette in una Customer Experience di successo, creando un circolo virtuoso.
Emerge dal workshop ‘Leadership, Strategia, Mindset e Trasformazione della CX’ organizzato da TEHA -The European House of Ambrosetti a cui hanno partecipato BVA Doxa e BVA Nudge Consulting.

L’Employer eXperience e le Scienze Comportamentali

In questo contesto, l’utilizzo dei principi delle Scienze Comportamentali risulta fondamentale per favorire il coinvolgimento, la partecipazione e l’adozione di nuovi valori da parte delle imprese nei confronto dei loro dipendenti.

Ma quali sono le dimensioni chiave che legano felicità e produttività del dipendente e che ogni organizzazione deve curare per raggiungere i propri obbiettivi? Secondo Ted Utoft, ceo UK e chief growth officer Global, sono quattro: realizzazione personale dei dipendenti come trama fondamentale, appartenenza e spirito di squadra, equità, e scopo. Quando i dipendenti si allineano a questo nobile fine, la loro passione diventa il fuoco che illumina l’intera esperienza cliente.

La soddisfazione come metrica interna ed esterna all’azienda

Solo coltivando con cura questi quattro aspetti, le organizzazioni possono aspirare a un futuro in cui la soddisfazione divenga una metrica tanto interna quanto esterna, e dove la storia di ogni dipendente si intrecci a quella di ogni cliente pienamente appagato.

Infatti, l’autorealizzazione attraverso il lavoro implica che competenza, autonomia e riconoscimento non sono solo aspirazioni, ma realtà quotidiane. Quindi, fiducia, rispetto e solidarietà diventano i fili colorati che uniscono i singoli dipendenti in una trama collettiva, dove a ogni dipendente viene garantita una sicurezza fisica, economica e psicologica.

I casi di Saks Fifth Avenue e Patagonia

Il successo di questo tipo di approccio è dimostrato dai casi di Saks e Patagonia.
Sacks ha trasformato il suo ambiente lavorativo valorizzando gli sforzi dei dipendenti, e registrando un netto aumento dell’engagement dei clienti. Patagonia, con la sua missione ambientale, non solo ha attratto consumatori con valori simili, ma ha anche creato un’ambiente lavorativo dove i dipendenti sono fieri e motivati, stimolando la crescita e l’innovazione.

Il percorso verso l’eccellenza si realizza infatti quando aziende di ogni settore riescono a costruire una cultura che celebra l’EX, trasformando la loro forza lavoro in ambasciatori del marchio entusiasti e sostenitori dell’eccellenza nel customer care.
In questo viaggio è la Scienza Comportamentale a scrivere un modello in cui il benessere dei dipendenti e la soddisfazione dei clienti si fondono in un legame di successo condiviso, senza alcuna separazione.

Franchising in Italia, un comparto che produce valore

Il franchising si rivela essere un pilastro dell’attività economica italiana. L’impatto di questo specifico comparto è stato messo in luce da uno studio condotto da Nomisma per conto di Assofranchising, rappresentante del franchising italiano sotto Confcommercio-Imprese per l’Italia. Nello specifico, lo studio ha valutato e misurato le componenti dell’impatto socio-economico riconducibili alla presenza e all’attività del franchising nel nostro Paese.

Un settore resiliente nonostante le crisi congiunturali

Nonostante le sfide congiunturali, il settore ha registrato un fatturato di 30,9 miliardi di euro nel 2023, segnando una crescita del 7,1% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, impiega 252.848 addetti. Lo studio di Nomisma ha stimato gli effetti direttamente riconducibili al comparto del franchising in Italia attraverso le proprie attività e gli acquisti presso i fornitori (impatto diretto), quelli prodotti dal comparto lungo tutta la catena del valore (impatto indiretto) e gli effetti riconducibili all’incremento di domanda finale determinato dai percettori di reddito coinvolti a vario titolo nelle attività innescate dal comparto del franchising (impatto indotto).

Secondo gli ultimi dati disponibili, l’attività del comparto del franchising ha generato un impatto in termini di valore aggiunto pari a 37,122 miliardi di euro: di questi, 21,7 miliardi di euro sono attribuibili all’attivazione diretta, 4,4 miliardi a quella indiretta e 11,0 miliardi di euro all’indotto. L’impatto complessivo stimato da Nomisma è pari al 2,2% del Valore Aggiunto generato dal totale dell’economia nazionale.

Il moltiplicatore finale è 2,8

Considerando il valore della produzione, ogni euro investito nel franchising genera 2,8 euro nell’economia nazionale, con un impatto complessivo stimato di 85,686 miliardi di euro. Il franchising sostiene l’occupazione con 657.219 posti di lavoro generati, con un moltiplicatore finale di 2,6, contribuendo così al tessuto economico del Paese. I redditi da lavoro dipendente complessivamente generati sono pari a 14,5 miliardi di euro.

Fiducia e fedeltà dei consumatori

In un contesto non facile sotto il profilo economico, a livello globale, , i consumatori trovano nel franchising un punto di riferimento sicuro. In particolare, gli utenti riconoscono una buona fiducia nel settore e confermano il rapporto di fedeltà che i brand hanno saputo instaurare con il mercato, come sottolineano Roberta Gabrielli e Paola Piccioni di Nomisma. Il franchising emerge dunque non solo come un modello di business di successo ma anche come un elemento chiave nell’impulso all’economia nazionale, con effetti che si riflettono in termini di crescita, occupazione e fiducia dei consumatori.

Arte prima in classifica per investimenti di lusso

L’arte rimane in cima agli investimenti di lusso, con un incremento dei prezzi del +11% nel 2023.
Lo attesta il rapporto All-Art Index di AMR: l’arte è l’unica componente del Luxury Investment Index di Knight Frank (KFLII) a segnare una crescita a due cifre nel 2023, soprattutto nella prima metà dell’anno.

All’arte seguono gioielli (8%), orologi (5%), monete (4%) e diamanti colorati (2%), che rappresentano le cinque categorie di beni con i risultati migliori.
Al contrario, le bottiglie di whisky rare (-9%) segnano le peggiori prestazioni all’interno dell’indice.

Dal whisky scozzese premium alle auto di lusso, i diamanti blu, le spade preziose

“Il 2023 ha registrato un record di vendite per le bottiglie di whisky scozzese premium, per le auto di lusso, i diamanti blu e persino per le spade più preziose – spiega Andrew Shirley, autore dell’Index -. All’apparenza un anno d’oro per gli investimenti di lusso, ma il KFLII svela un quadro meno ottimistico, con una flessione oppure un mancato guadagno per alcuni asset”.

Secondo Andy Simpson di Simpson Reserved, “Nonostante il 2023 sia stato un anno di sfide, il Knight Frank Luxury Whisky Index ha subito un calo di quasi il 9% – a -. Tuttavia, mentre le 50 bottiglie meno performanti hanno registrato una perdita complessiva del 26%, le restanti 50 hanno guadagnato il 5%, con le prime 20 bottiglie addirittura in aumento, con un rispettabile +20%. Prevedo un ritorno di alcuni prodotti che hanno subito significative perdite nel 2023, poiché rari, e almeno per ora, sottovalutati”.

Auto d’epoca, whisky e borse in calo 

Le auto d’epoca si posizionano subito sopra il whisky come seconda categoria peggiore della classifica (-6%).
“Gli investitori sono stati probabilmente attratti da altri asset e questo mercato, estremamente limitato, sarà stato influenzato da piccole variazioni nelle allocazioni di portafoglio – commenta Dietrich Hatlapa, esperto del settore -. Tuttavia, alcuni marchi come BMW (+9%) e Lamborghini (+18%) hanno sfidato la tendenza nel 2023, rivolgendosi a un pubblico di collezionisti più giovane”.

Anche le borse di lusso (-4%), che in passato avevano dominato il KFLII, hanno subito un notevole calo.
Secondo Sebastian Duthy di AMR, contributor del KFLII, le bag sono tra gli investimenti maggiormente dettati dalla passione dell’acquirente e tra le influenzabili nelle vendite al dettaglio.

Basse prestazioni per i vini pregiati

Non vi sono invece grandi prestazioni per il Knight Frank Fine Wine Icons Index (KFFWII), secondo il quale il segmento dei vini pregiati ha registrato un incremento di appena l’1%.

“Alcuni vini di piccoli produttori, che avevano sperimentato una crescita elevata, hanno registrato il maggior calo dei prezzi, che in passato erano arrivati alle stelle, con bottiglie da 50 sterline che venivano a costarne 200 o 300”, sottolinea Nick Martin di Wine Owners.
Quanto ai diamanti colorati, risultano in costante crescita.
“Siamo contenti che questo segmento rimanga stabile rispetto ai diamanti trasparenti”, commenta Miri Chen, Fancy Color Research Foundation.

Professionisti InfoSEc: in Europa servono da 3 a 6 mesi per assumerli

In Europa il 31% delle aziende dispone di team di cybersecurity carenti a livello di personale. E per trovare un professionista qualificato nel campo della cybersecurity servono da 3 a 6 mesi.
A fronte di un mercato del lavoro alla continua ricerca di professionisti InfoSec, la mancanza di esperienza qualificata è una delle sfide maggiori per le aziende, insieme agli alti costi di assunzione e alla concorrenza globale nell’acquisizione di talenti.

Lo ha scoperto l’ultima ricerca di Kaspersky, ‘The portrait of the moderne Information Security Professional’, che valuta lo stato attuale del mercato del lavoro e analizza le ragioni della carenza di esperti di cybersecurity. 

L’assenza di figure di cybersecurity è un’opportunità per i criminali informatici

Se in Europa in media sono necessari anche sei mesi per occupare una posizione nel settore della sicurezza informatica, la ricerca di personale per le posizioni di livello superiore richiede più tempo. Il 45% delle aziende dichiara infatti di aver bisogno di quasi un anno o più, mentre le figure junior richiedono tempi più brevi, da uno a tre mesi, secondo il 36% degli intervistati.

Questi dati sono preoccupanti, poiché le aziende che operano per lunghi periodi senza il personale necessario corrono un rischio molto elevato, in quanto l’assenza di figure di cybersecurity offre ai criminali informatici l’opportunità di accedere alle infrastrutture e danneggiare i processi aziendali.

Le criticità a ricercare e assumere personale specializzato

Alla domanda su quali siano le maggiori difficoltà nel ricercare e assumere il professionista InfoSec ‘giusto’, la maggioranza degli intervistati ha indicato la discrepanza tra certificazioni e reali competenze pratiche (57%) e la mancanza di esperienza (42%), sottolineando come le competenze professionali comprovate siano una delle caratteristiche più importanti che le aziende cercano in un professionista di cybersecurity.

Inoltre, gli elevati costi di assunzione sono un ostacolo per il 52% dei dirigenti europei, e la concorrenza globale, espressa attraverso pratiche di assunzioni attente e competitive da parte di più organizzazioni, preoccupa più del 30% degli intervistati.

Selezione e formazione per difendersi dalla competizione tra imprese

Questi dati dimostrano che anche se un’azienda dovesse trovare candidati che soddisfino tutti i requisiti ciò non significa che poi lavoreranno per quell’azienda. Poiché in un ambiente così competitivo altre organizzazioni potrebbero cercarli, e il processo di assunzione potrebbe proseguire all’infinito.

“Le aziende spesso dedicano molto tempo non solo al processo di selezione, ma anche alla formazione, nel tentativo di sviluppare un team diversificato all’interno dell’azienda – commenta Ivan Vassunov, VP, Corporate Products, Kaspersky -. Questa strategia è efficace per le grandi aziende e le organizzazioni che devono rispettare molti standard e normative locali. Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, di solito si consiglia di esternalizzare le attività di cybersecurity, affidandole a Managed Security Service Provider (MSSP), colmando le lacune di personale in breve tempo e con perdite minime”.

L’impatto della tecnologia 5G nel 2024

Negli ultimi anni, la tecnologia 5G ha trasformato radicalmente il panorama tecnologico, offrendo connettività più veloce e affidabile rispetto alle generazioni precedenti. Nel 2024, l’implementazione su larga scala della rete 5G sta rivoluzionando settori cruciali, dall’Internet delle cose (IoT) alla salute e all’industria.

Dalle smart city alla salute

Uno degli aspetti più significativi è la trasformazione dell’IoT. La connettività 5G offre una latenza ridotta e una maggiore larghezza di banda, consentendo la comunicazione istantanea tra dispositivi. Questo ha reso possibile lo sviluppo di smart cities, in cui dispositivi come semafori, sensori ambientali e veicoli comunicano in tempo reale per ottimizzare il traffico e migliorare l’efficienza energetica.

Nel settore della salute, la tecnologia 5G ha aperto nuove opportunità per la telemedicina. La trasmissione di dati ad alta velocità consente consulenze mediche virtuali più fluide e interventi chirurgici remoti più precisi. Questa innovazione è particolarmente cruciale in situazioni di emergenza, dove la connessione veloce può fare la differenza tra la vita e la morte.

I vantaggi nel settore industriale

L’industria manifatturiera sta anch’essa beneficiando della rete 5G. La comunicazione ultraveloce supporta l’implementazione di tecnologie avanzate come la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) nell’ambito della formazione e della manutenzione industriale.

Questa implementazione consente un apprendimento più efficace e una manutenzione predittiva, riducendo i tempi di fermo e aumentando l’efficienza produttiva.

La questione della privacy

Nonostante i numerosi vantaggi, la diffusione della tecnologia 5G solleva anche preoccupazioni riguardo alla sicurezza e alla privacy. La crescente interconnessione dei dispositivi e la vasta quantità di dati trasferiti richiedono un attento monitoraggio e protocolli di sicurezza avanzati per proteggere le informazioni sensibili.

In conclusione, la tecnologia 5G ha già dimostrato di essere un catalizzatore per l’innovazione in vari settori nel 2024. Con il suo impatto trasformativo sulla connettività e sulla comunicazione, questa tecnologia continua a modellare il futuro, aprendo la strada a nuove possibilità e sfide che richiedono una gestione attenta e responsabile.

Aumentano gli animali domestici nelle case (e nelle vite) degli italiani

“La felicità è un cucciolo caldo”, dice Charlie Brown, il celebre personaggio dei fumetti. E gli italiani non potrebbero essere più d’accordo, visto che nelle loro case vivono milioni di pet. In occasione della Giornata Nazionale del Gatto, celebrata il 17 febbraio, Assalco Zoomark ha diffuso il suo rapporto 2023. Una fotografia che evidenzia che la cura degli animali domestici rimane una priorità per i nostri connazionali.

In meno di 10 anni è raddoppiato il numero di famiglie con almeno un animale

In particolare, il rapporto rivela che al 2015 al 2022 il numero di famiglie che accolgono più di un animale da compagnia è quasi raddoppiato, passando dal 9,9% al 17,2%. Nel 2023, oltre 65 milioni di animali, di cui 9 milioni di cani e 10 milioni di gatti, fanno parte delle famiglie italiane.

Nonostante le difficoltà economiche del 2022, i padroni continuano a prendersi cura dei loro cuccioli.

Il valore della relazione con gli animali d’affezione

Attualmente, oltre il 40% delle famiglie italiane ospita almeno un animale domestico, sottolineando il valore della relazione con gli animali d’affezione. Questi compagni pelosi contribuiscono a uno stile di vita attivo, alleviano lo stress e sono un prezioso antidoto contro la solitudine. In occasione della Giornata Nazionale del Gatto, Trovaprezzi.it ha esaminato il settore dei prodotti per animali domestici, evidenziando il loro crescente interesse online.

Boom delle ricerche online per far felici Micio e Fido 

Nel 2023, le ricerche su Trovaprezzi.it nel settore dei prodotti per animali domestici hanno raggiunto la cifra di quasi 6 milioni e 240 mila, registrando un aumento del 6% rispetto al 2022. Le ricerche si concentrano principalmente sugli alimenti (oltre 2 milioni e 900 mila) e sugli articoli veterinari (oltre 2 milioni e 450 mila), rappresentando l’86% del totale.

Le donne sono le più attive in fatto di navigazione e acquisti on line, e “firmano” il 56,5% delle ricerche totali, con una presenza predominante nella categoria alimenti (55,4%) e nell’abbigliamento (57,9%).

Chi sono i pet lovers?

La ricerca fornisce anche l’occasione per saperne di più sui proprietari di cani e gatti. Si scopre così che il 31,5% delle ricerche proviene dagli utenti tra i 25 e i 34 anni, seguiti dal 29,2% nella fascia 35-44 anni. Altre fasce d’età includono il 14,3% tra i 45-54 anni, l’11,1% tra gli 18-24 anni, il 9,7% tra i 55-64 anni e il 4,2% sopra i 65 anni.

Le regioni più attive nelle ricerche sono la Lombardia (28,7%), il Lazio (14,5%), l’Emilia-Romagna (8%), il Piemonte (7,2%), la Toscana e la Campania (6,5%). In conclusione, il report rivela un crescente coinvolgimento degli italiani nella cura e nell’affetto verso gli animali domestici, con un’attenzione particolare alle ricerche online, guidate principalmente dalle donne.

L’educazione finanziaria è una sfida generazionale. Che genera ansia

Dall’aggiornamento del 4° Rapporto Assogestioni-Censis emerge che per il 49,3% degli italiani occuparsi di risparmio e investimenti genera ansia e preoccupazione. E a soffrirne maggiormente sono giovani e over 65.
In particolare, il 50,7% dei rispondenti tra 18 e 34 anni e il 54,4% degli ultrasessantacinquenni, contro il 45,6% degli adulti (35-64 anni).

A scuotere i risparmiatori è stata principalmente la necessità, imposta dai cambiamenti dello scenario geoeconomico, di apportare modifiche alle proprie scelte finanziarie e ripensare i ‘porti sicuri’ del passato, come, ad esempio, la predilezione per la liquidità, che ora rischia di essere erosa dall’inflazione.
Di fatto, i continui shock socioeconomici che hanno caratterizzato gli ultimi mesi hanno avuto un impatto ansiogeno sulle famiglie. Anche in relazione alla gestione delle finanze personali.

Un quadro in continua evoluzione ma poche competenze per gestirlo

Un segnale del cambiamento intervenuto nel mercato del risparmio è arrivato dalla risalita dei tassi di interesse. Il 44,1% dei giovani, il 36,3% degli adulti e il 31,6% degli anziani afferma di essersi sentito personalmente penalizzato da questo fenomeno.

Il Censis stima che nel secondo trimestre 2023 il potere d’acquisto delle famiglie in termini reali abbia subito una riduzione dell’1,7% su base tendenziale. Il quadro in piena evoluzione richiede quindi competenze per gestire il cambiamento repentino. Competenze che spesso sono inadeguate e non consentono ai risparmiatori di prendere decisioni informate sulla gestione del denaro e sulla pianificazione del proprio futuro.

Conoscenze finanziarie di base alla prova

Lo studio ha indagato il livello di conoscenza dei risparmiatori riguardo l’effetto concreto dell’inflazione sui redditi. Alla domanda sulla variazione del potere di acquisto in presenza di prezzi e redditi raddoppiati, ha risposto in modo errato il 27,0% dei giovani, il 23,0% degli adulti e ben il 53,2% degli anziani.

Un’altra verifica delle conoscenze di base ha riguardato la differenza tra azioni e obbligazioni. In questo caso, la risposta sbagliata è stata data dal 13,0% dei 18-34enni, dal 10,2% dei 35-64enni e dal 12,2% degli over 65.
Ma il dato sintomatico arriva sommando a questi numeri quelli di coloro che non hanno saputo indicare una risposta. Ovvero, il 36,6%, il 24,7% e il 35,1%.

L’età influenza competenze e percezioni

Le conoscenze e la reattività variano in funzione dell’età dei risparmiatori, sottolineando la necessità urgente di promuovere una maggiore educazione finanziaria su larga scala, e allo stesso tempo, adottare approcci specifici per le diverse generazioni.
La diffusione di una maggiore alfabetizzazione finanziaria è un’esigenza sociale strutturale e permanente, che si è solo intensificata alla luce dei cambiamenti repentini del nostro tempo.

Gli over 65 sono la categoria meno propensa a riadattare l’utilizzo dei propri risparmi a fronte dell’evoluzione dello scenario. Hanno infatti ‘cambiato idea’ solo il 28,7% degli anziani, contro il 48,4% dei giovani e il 40,4% degli adulti. 

Privacy: anche Meta decide di “scollegare” le informazioni tra le piattaforme

A dare notizia è la società di Zuckerberg sul suo blog: anche Meta dopo Google apporta modifiche relative alla privacy dei dati degli utenti per conformarsi all’imminente entrata in vigore del Digital Market Acts della UE. Insomma, un altro big della tecnologia intende conformarsi al Dma.

Il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali entrerà in vigore a marzo 2024, e punta a combattere le pratiche di mercato sleali e le distorsioni della concorrenza da parte delle Big Tech,
Di fatto, agli utenti di Instagram e Facebook europei verrà offerta la possibilità di scegliere se condividere o meno le proprie informazioni tra i due servizi.

“Promuovere l’equità nei mercati digitali”

“Il Dma cerca di promuovere la contendibilità e l’equità nei mercati digitali, un’ambizione supportata da Meta. Ci impegniamo a continuare a lavorare per garantire che i prodotti Meta nella UE siano conformi al Dma e offrano valore alle persone – scrive Tim Lamb, direttore della concorrenza e della regolamentazione di Meta -: abbiamo riunito un ampio team interfunzionale composto da dipendenti senior provenienti da tutto il mondo e da tutta la nostra famiglia di app”.

Nelle prossime settimane, gli utenti riceveranno notifiche che li informeranno del cambiamento.
Questi cambiamenti verranno applicati nell’Unione Europea, allo Spazio Economico Europeo e alla Svizzera.

Utilizzare Messenger senza richiedere un account Facebook.

Gli utenti di queste aree potranno utilizzare vari servizi Meta senza che le loro informazioni siano interconnesse. Ad esempio, le persone possono utilizzare Facebook Messenger in modo indipendente senza richiedere un account Facebook.

Meta ha aggiunto che gli utenti di Instagram e Facebook che hanno collegato entrambi gli account possono scegliere di gestirli separatamente e non condividere più le informazioni tra i due account.
Gli utenti possono anche scegliere se condividere le informazioni tra i propri account Facebook e i servizi di Gaming e Marketplace della piattaforma, riporta Ansa.

“Offrire alle persone la possibilità di scegliere quali informazioni condividere”

Ci sarà anche la possibilità di utilizzare Instagram e Facebook gratuitamente con annunci pubblicitari, o di iscriversi per non vedere più annunci pubblicitari.

“Se le persone si iscrivono per non vedere più gli annunci, le loro informazioni non verranno utilizzate per gli annunci. Questa scelta è stata lanciata nel novembre 2023 – aggiunge Lamb -. Al di là di queste nuove scelte, tutti coloro che utilizzano i servizi Facebook e Instagram continueranno a beneficiare dell’ampia gamma di strumenti esistenti che abbiamo creato per offrire alle persone la possibilità di scegliere quali informazioni condividere e come trattiamo i loro dati”.

Turismo 2023: in Italia crescita media di quasi il 16% in un anno

Nel mese di dicembre 2023 il settore turistico in Italia segna un aumento complessivo di 10 punti percentuali (+15,9%) rispetto al 2022. Più in dettaglio, il comparto Flight rispetto cresce del +9% (+14,3%) su base annua, il Rail del +12%i (+23,1%), il Car Rental del +10% (+12,5%), e gli Hotel del +9% (+12,3%).

Si tratta dei dati emersi dal Business Travel Trend (BTT), l’Indice mensile sui dati del Business Travel in Italia realizzato dal Gruppo Uvet e condotto insieme al Centro Studi Promotor (CSP) attraverso un campione rappresentativo di aziende che operano nei più svariati settori dell’economia italiana. In sintesi, fanno parte dell’analisi un mix di aziende grandi, medie e piccole costantemente avvalse dei servizi Uvet-GBT negli anni 2019-2023.

Spesa in aumento per hotel e aerei, in lieve calo Car Rental e Rail

Secondo il BTT, nel 2023 il comparto hotel chiude l’anno con un progressivo in valore pari a 102 (84 nel 2022), il segmento Rail 63 (54 nel 2022), la parte dei voli aerei 76 (64 nel 2022) e il Car Rental 116, un punto superiore rispetto all’anno precedente.
La spesa media progressiva registra un aumento sia nel settore hotel sia nella parte aerea. Un lieve calo si registra invece per quanto riguarda il Car Rental e il Rail.

Infine, la spesa media di dicembre segna un aumento significativo (140) rispetto al mese precedente. A dicembre, in termini di valore, restano elevati il BTT del Car Rental (120) e quello relativo all’Hotellerie (118). Treni e voli mostrano rispettivamente un indice 57 e 69.

In tre anni crescono i prezzi medi

Il Business Travel Trend dell’ultimo triennio mostra chiaramente la dimensione dell’impatto dovuto alla crisi pandemica.
Le transazioni nel 2021 e 2022 hanno generato un indice 31 e 33, ulteriormente aggravato nel 2020 nell’indice del valore globale di spesa.

I prezzi medi sono quindi cresciuti sensibilmente nel 2022 (valore 127) per il triplice effetto dell’incremento della domanda nella seconda metà dell’anno, dell’inflazione e dei costi energetici, nonché della congestione dell’offerta specialmente nel comparto aereo.

Un’analisi in volume e valore di trasporto aere, ferroviario, pernottamenti alberghieri e noleggio autovetture 

Gli indici elaborati da UVET-GBT scaturiscono dall’analisi in volume e valore, nazionale e internazionale, del trasporto aereo e ferroviario, dei pernottamenti alberghieri e noleggio autovetture.
Il campione esclude le variabili aziendali, come, ad esempio, di crescita dovuta all’acquisizione di nuovi clienti o business. Per tale ragione il Business Travel Trend non mostra l’andamento di Uvet-GBT ma quello del Business Travel in generale.

L’indicazione periodica di questo indice, nel tempo, si prefissa di delineare un trend strettamente correlato all’andamento dell’economia.
Il BTT è quindi l’espressione di sintesi di un comportamento rispetto a una scala che per convenzione è stata costruita sui dati del periodo pre-Pandemia e all’interno di un cluster omogeneo e altamente rappresentativo.