Nel 2023 diffusi quasi 125 milioni di file malevoli. Aumentano gli attacchi tramite Microsoft Office

È stato rilasciato il Kaspersky Security Bulletin: Statistics of the Year Report, che descrive l’evoluzione del panorama delle minacce informatiche. Nel 2023 sono stati rilevati quasi 125 milioni di file malevoli, per una media di 411.000 al giorno, +3% circa rispetto al 2022.

Ma i cybercriminali nel corso dell’anno hanno adottato anche tattiche più pericolose, come l’utilizzo di backdoor per infiltrarsi nei sistemi senza essere scoperti.
Gli esperti hanno poi osservato come siano sono risultati in aumento anche alcuni tipi di minacce. Gli attacchi che utilizzano file Microsoft Office malevoli e altri tipi di documenti, ad esempio, sono in crescita di oltre il 50%.

Attenzione ai PDF di phishing

Windows è rimasto il bersaglio primario per gli attacchi informatici nel 2023, costituendo l’88% di tutti i dati con malware rilevati quotidianamente.
I gruppi di file maligni diffusi attraverso vari script e diversi formati di documenti si sono classificati tra le prime tre minacce, rappresentando il 10% di tutti i file malevoli rilevati quotidianamente.

I sistemi di rilevamento di Kaspersky hanno scoperto un incremento giornaliero piuttosto significativo dei file dannosi in vari formati di documenti, come ad esempio, Microsoft Office, PDF, per un aumento del 53% e quasi 24.000 file dannosi.
La crescita potrebbe essere connessa a un aumento degli attacchi che usano file PDF di phishing, progettati per sottrarre dati alle potenziali vittime.

Impennata backdoor, i trojan più pericolosi

I tipi di malware più diffusi continuano a essere i trojan. Quest’anno si è registrata un’impennata nell’uso delle backdoor, con una crescita da 15.000 file rilevati al giorno nel 2022 a 40.000 nel 2023.
Le backdoor si rivelano uno dei tipi di trojan più pericolosi, in quanto forniscono agli aggressori il controllo remoto del sistema delle vittime per eseguire operazioni quali invio, ricezione, esecuzione ed eliminazione di file, nonché la raccolta di dati riservati e l’attività di logging del computer.

Nuovi malware, nuove tecniche e nuovi metodi

“Il panorama delle minacce informatiche continua a evolversi, diventando ogni anno più pericoloso – commenta Vladimir Kuskov, Head of Anti-Malware Research di Kaspersky -. I cybercriminali sviluppano nuovi malware, nuove tecniche e nuovi metodi per attaccare organizzazioni e individui. Anche il numero di punti deboli riportato cresce annualmente e i criminali informatici, tra cui i gruppi specializzati in ransomware, li sfruttano senza esitare. Inoltre, la facilità di accesso al crimine informatico sta aumentando grazie alla proliferazione dell’Intelligenza artificiale – aggiunge Kuskov -. che gli aggressori utilizzano, ad esempio, per creare messaggi di phishing con testi più convincenti. In questo momento, è essenziale sia per le grandi organizzazioni sia per ogni utente adottare soluzioni di sicurezza affidabili”.

Web3 e Internet of Value: la rivoluzione del business

Grazie a tecnologie come la blockchain il web3 è il nuovo paradigma che promette di rivoluzionare il business globale creando un ecosistema più distribuito e decentralizzato.
Nonostante le tempeste del mondo delle crypto, il settore legato al web3 sta dimostrando una notevole resilienza. La capitalizzazione di mercato di criptovalute e altri asset digitali ha raggiunto 1.300 miliardi di dollari (+32% in un anno). Circa 3 milioni di utenti mensili usano attivamente applicazioni decentralizzate (+32% in un anno), con 15.000 DApp sul mercato. 

L’ecosistema DeFi, composto dalle DApp del settore finanziario, è stabile a 40 miliardi di dollari. È quanto è emerso durante il convegno Blockchain impact on Business: Web3 and Internet of Value, organizzato al Parlamento Europeo dall’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano.

I progetti nel settore bancario

Nel 2022 sono stati identificati 278 progetti web3 (+13% rispetto al 2021). Nel settore bancario, 63 delle 100 principali banche al mondo hanno attivato almeno un progetto legato all’utilizzo di stablecoin, Central Bank Digital Currencies (CBDC) o servizi di custodia e investimento in criptovalute.
A oggi 94 banche centrali (60% del totale) stanno studiando o sperimentando nel campo delle CBDC.

Sono 129 le iniziative locali avviate e ci sono già 5 progetti attivi, mentre il 46% delle iniziative è in fase di sperimentazione (+8% sul 2022).
Contestualmente, anche l’Unione Europea sta mostrando un crescente impegno nello sviluppo del settore web3, evidenziato dal lancio del progetto Digital Euro e dalla pubblicazione del regolamento MiCA.

Una ridefinizione dei modelli

I principi fondamentali del web3 incentivano catene di valore collaborative, consentendo ai partecipanti di utilizzare e combinare smart contract preesistenti per innovare senza richiedere autorizzazioni.
Le imprese sperimentano tempi e costi di transazione ridotti attraverso processi fidati basati su blockchain. Gli strumenti web3 non solo offrono accesso a flussi di ricavi innovativi, ma consentono anche il riposizionamento del marchio per raggiungere nuovi segmenti di clientela.

In sintesi, il web3 sta ridefinendo la natura stessa dei modelli di business, promuovendo un coinvolgimento più forte degli utenti, una maggiore efficienza operativa e una nuova era di fiducia decentralizzata, in primis nel mondo digitale, ma anche con ripercussioni nel mondo fisico.
Una delle caratteristiche che potrebbe portare grandi novità nel campo del business è quella della programmabilità dei pagamenti nativi nell’ambito del web3.

La programmabilità dei pagamenti

Con gli smart contract basati su blockchain il concetto di ‘delivery versus payment’ assume una nuova dimensione. In un contesto di trade finance basato su web3, il pagamento potrebbe essere programmato automaticamente solo al momento in cui il compratore conferma la ricezione fisica del prodotto, garantendo la sicurezza della transazione.

La ‘time-bound automation’ sulla blockchain potrebbe essere utilizzata per gestire pagamenti programmabili legati a condizioni specifiche, garantendo il pagamento regolare senza richiedere azioni manuali.
Incorporando queste funzionalità nel contesto del web3, i pagamenti programmabili diventano strumenti potenti per ottimizzare le transazioni finanziarie, sfruttando la sicurezza e la trasparenza intrinseche della tecnologia blockchain.

I lavoratori italiani over 40? Sognano una carriera digitale

Più della metà dei cittadini italiani (55%) desidera intraprendere la carriera di freelance ed entrare a far parte del mondo dei nomadi digitali. Ancora più sorprendente è il fatto che oltre il 60% di coloro che aspirano a diventare smart worker è costituito da professionisti over40 e longennials che sognano di abbandonare il lavoro dipendente per avviare una nuova attività nel campo digitale.
Questi dati emergono da una recente indagine condotta da BeDigital Academy, realtà di formazione digitale specializzata nell’addestramento di professionisti del marketing digitale attraverso corsi e master in aula e online.

La domanda di esperti digitali è in costante crescita

Il mondo del lavoro sta subendo profonde trasformazioni negli ultimi anni, e le competenze digitali sono diventate essenziali per garantire la competitività delle aziende. In effetti, la domanda di professionisti digitali è in costante crescita, e i lavoratori sono ben consapevoli di questa tendenza. Secondo l’indagine di BeDigital Academy, oltre il 43,2% dei lavoratori desidera operare nel campo digitale, principalmente perché ci sono numerose opportunità di lavoro e un’elevata domanda da parte delle aziende.
Il 42,7% vede nel lavoro digitale la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo, e il 36,7% sogna di poter viaggiare mentre lavora. Per il 24,5%, la motivazione è di natura economica, con l’opportunità di guadagnare bene, mentre il 24,5% desidera la flessibilità che il lavoro digitale offre, evitando spostamenti e lunghe ore nell’ufficio tradizionale.

Oltre il 55% dei professionisti desidera una vita da freelance

Molti professionisti (oltre il 40%) sognano di avviare un’impresa digitale, ma spesso sono frenati dalla mancanza di competenze digitali. Più del 55% di loro aspira a lavorare come freelance, mentre solo il 28,6% punta a diventare dipendente di una grande azienda e il 16,6% desidera lavorare come consulente per una startup. Tuttavia, un ostacolo comune è la percezione di non avere le competenze digitali e tecnologiche necessarie per realizzare questi sogni imprenditoriali.
Angelo Laudati, fondatore di BeDigital Academy, sottolinea l’importanza di acquisire competenze digitali in un’epoca in cui il mondo del lavoro è in rapida evoluzione. L’acquisizione di competenze digitali non solo migliora l’occupabilità, ma permette anche di partecipare attivamente alla società del sapere e dell’innovazione in cui viviamo.

Chi ha superato i 50 anni è pronto a nuove sfide lavorative

La ricerca di BeDigital Academy ha anche rivelato che una nuova categoria di lavoratori, gli over 50, una volta considerati vicini alla pensione, sono ora entusiasti di intraprendere nuove sfide professionali. Oltre il 50% dei lavoratori over 40 e gli over 50, noti come longennials, sognano di intraprendere una carriera nel campo digitale.
In passato, trovare un nuovo impiego dopo i 50 anni era estremamente difficile, ma ora i longennials sono preferiti ai giovani in quanto sono ritenuti più affidabili ed esperti. Tuttavia, il mercato del lavoro continua a mostrare una preferenza per i giovani che sono più naturalmente competenti nell’uso di strumenti digitali e tecnologici.

Infine, l’indagine identifica alcune delle professioni digitali più adatte ai longennials e le competenze essenziali per gli over 40 che desiderano entrare con successo nel settore del marketing digitale, tra cui la capacità di analizzare dati, sviluppare strategie di contenuti, competenze SEO, gestione dei social media e competenze pubblicitarie.

L’e-commerce in Italia nel 2022 raggiunge 48 miliardi. Ma lo shopping online è sicuro?

Nel 2022 in Italia il 59% dei nostri connazionali ha fatto acquisti online, e il settore dell’e-commerce ha raggiunto in totale 48 miliardi di euro, con una crescita del 21% rispetto al 2021. Se nel nostro Paese la corsa dello shopping online è in accelerazione, le ragioni secondo molti analisti sono molteplici, e vanno dalla comodità e velocità delle transazioni a un maggiore engagement rispetto allo shopping nei negozi fisici.
Ma lo shopping online è anche sicuro? Una serie di suggerimenti che possono aiutare a identificare un sito sospetto arrivano da Extraconomy, il marketplace per privati ed e-commerce che consente di pagare attraverso la moneta tradizionale, e allo stesso tempo di usufruire di un sistema di cashback al 50%. L’idea di Extraconomy però è anche quella di affiancare nel prossimo futuro una terza modalità di pagamento attraverso una propria cripto-moneta EXC, già in fase di crowfunding.

Controllare la reputazione del sito e verificare l’esistenza di indirizzo e numero di telefono 

 “Controllare la reputazione del sito cercando reclami o commenti da parte di altri utenti e verificare l’esistenza di un indirizzo fisico e un numero di telefono, sono le prime informazioni da considerare – ha spiegato Anderson Cavalcanti, project manager di Extraconomy -. È importante poi la presenza di un certificato SSL, perché un sito di e-commerce sicuro e serio deve averlo come garanzia. Inoltre gli e-commerce fraudolenti sono riconoscibili spesso da immagini di bassa qualità o errori grammaticali”.

L’Intelligenza artificiale sfida i cybercriminali e previene le frodi sul web

L’evoluzione della tecnologia di prevenzione delle frodi e-commerce è a un punto di svolta, e gli esperti ricordano che per fronteggiare la sempre maggiore abilità dei cybercriminali ora vengono utilizzati strumenti di Intelligenza artificiale attraverso tecnologie di machine learning.
Questi modelli analitici possono infatti rilevare anomalie e indicatori di frode in tempo reale, contribuendo così a bloccare le transazioni sospette.

Dall’autenticazione a più fattori alla tecnologia biometrica

“Anche la tecnologia biometrica basata sulle impronte digitali, il riconoscimento facciale o l’analisi vocale sono sempre più utilizzati, perché difficili da contraffare”, ha precisato Anderson Cavalcanti. A questo si aggiunge, riporta Adnkronos, l’autenticazione a più fattori (MFA), che sta diventando una pratica sempre più comune per implementare un ulteriore livello di protezione, poiché include passaggi come i codici di verifica inviati tramite SMS, le impronte digitali, il riconoscimento facciale o i token di sicurezza.

Buy Now Pay Later, cosa ne pensano gli italiani?

Le vendite on line continuano a crescere e a entrare sempre di più nelle abitudini degli italiani. E’ naturale che di pari passo si sviluppino soluzioni di credito al consumo, come i pagamenti a rate (con o senza interessi) o la formula Buy Now Pay Later (BNPL). Si tratta della possibilità di acquistare un prodotto o un servizio subito e di pagarlo successivamente, a distanza di tempo, solitamente senza interessi. 

Uno strumento utile

In base a un recente sondaggio condotto da SWG, si scopre che il credito al consumo è uno strumento giudicato utile dalla gran parte dei cittadini. I numeri lo confermano: già nel 2021, in Europa, l’8% delle vendite online è avvenuto con questa modalità. Il credito al consumo incontra però ancora qualche resistenza. Una piccola percentuale di popolazione lo ritiene dannoso: a dare questo giudizio sono soprattutto le persone con elevati livelli di istruzione. 

Il 10% ha usato il BNPL nell’ultimo anno

Parlando del Buy Now Pay Later, è ben il 10% dei consumatori italiani ad averlo usato nell’ultimo anno, soprattutto giovani under-35 e lavoratori autonomi, seppure non in modo regolare. È infatti il 40% degli italiani a giudicare rischiosa questa soluzione (si teme di perdere il controllo sulle proprie uscite) contro un 28% che si dichiara propenso a servirsene, affascinato dall’idea di rimandare il pagamento senza interessi. A differenza delle altre forme di credito, il sistema Buy Now Pay Later non richiede al consumatore un’attestazione della propria solvibilità e/o capacità di pagare. Questo è considerato scorretto dalla maggioranza che ritiene che questa forma di indebitamento possa non essere percepita come tale e spingere a spese superflue anche chi non può permettersele.

Come è valutato il credito al consumo

Il credito al consumo, seppur apprezzato dalla maggioranza degli intervistati, ha anche dei detrattori. In generale, i cittadini ritengono che per il consumatore queste soluzioni alternative di pagamento siano utili per il 56% dei rispondenti, indifferenti per il 20% dannose per il 17% e fondamentali per il 7%.

I dati del 2022 

Nel 2022 quasi un quarto ha acquistato a rate, uno su dieci ha sperimentato soluzioni Buy Now Pay Later, soprattutto giovani e lavoratori autonomi. Il 28% propenso a utilizzare la soluzione BNPL in futuro, il 40% è restio per paura di perdere il controllo sulle proprie uscite.

Spesa online: un’abitudine sempre più diffusa anche in Italia 

Oggi fare la spesa online non è soltanto una necessità, ma una vera e propria consuetudine, destinata ad assumere dimensioni considerevoli grazie soprattutto al processo di digitalizzazione dei consumatori. Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio Digital Fmcg di Netcomm, svolto in collaborazione con Nielsen, la spesa online per il comparto food in Italia oggi conta circa 10,8 milioni di acquirenti, +2,4 % rispetto a quelli rilevati nel periodo pre-pandemico, con un aumento pari al 4,3% e picchi dell’8,8 % per il settore della drogheria alimentare. Dopo l’exploit del 2020, quando il ricorso agli acquisti online di beni appartenenti al comparto Food & Grocery registrava numeri da record, la spesa online continua a farsi largo tra le abitudini degli italiani, consolidando un fenomeno che non è più legato a questioni emergenziali.

Una nuova normalità destinata a rivoluzionare il food retail

Sono dati che sanciscono l’inizio di una nuova normalità, destinata a rivoluzionare il modo di intendere il food retail, e ad avere una rilevanza sempre maggiore sulle scelte di acquisto dei consumatori. Oggi le ragioni che hanno reso la spesa online sempre più rilevante non sono soltanto riconducibili all’aspetto emergenziale. La scelta di affidarsi alla rete per l’acquisto di beni alimentari è incentivata da diversi fattori, ma è la comodità a rivestire un ruolo primario. La spesa a domicilio è un servizio offerto, ormai, da quasi tutti i supermercati italiani, e si è rivelata una scelta preziosa per i consumatori che trovano complicato esporsi alle criticità del modello di vendita offline (orari di apertura limitati, attese al bancone della gastronomia, file alle casse e affollamento negli orari di punta).

Un modello di vendita che unisce l’esperienza offline all’efficienza del digitale

La spesa online, al contrario, può essere ordinata ovunque, e garantisce un’esperienza di acquisto flessibile, strutturata per rispondere anche alle esigenze dell’utenza meno digitalizzata. Grazie a un modello di vendita pensato per unire all’esperienza dei supermercati offline l’efficienza del digitale, è possibile scegliere di ricevere la spesa a casa tramite servizio di consegna a domicilio, o ritirare la spesa presso il punto vendita nella fascia oraria scelta dall’acquirente.

Un impatto meno incisivo sull’ambiente

Tra gli altri punti di forza, riferisce Adnkronos, c’è la possibilità di approfittare online della stessa offerta di prodotti presenti fisicamente sugli scaffali dei supermercati, l’opportunità di scegliere fra diversi metodi di pagamento, e la presenza di un sistema logistico per la consegna degli alimenti sensibili alle variazioni termiche.  La spesa online, inoltre, aiuta ad adottare uno stile di vita green: gli acquisti in rete, infatti, pur richiedendo l’uso di automezzi specifici, possono avere un impatto meno incisivo sull’ambiente rispetto allo shopping tradizionale.

Raddoppia il ransomware mirato con nuovi gruppi e tecniche. Cosa succede?

Secondo l’ultimo report di Kaspersky sul crimeware nel 2022 la percentuale di utenti attaccati da ransomware mirati nei primi dieci mesi del 2022 è quasi raddoppiata rispetto al 2021. Significa che le organizzazioni di ransomware hanno continuato a perfezionare le tecniche, sia quelle più famose sia quelle emergenti. Secondo Kaspersky, la percentuale di utenti colpiti da attacchi ransomware mirati nel 2022 rappresenta lo 0,026% di tutti gli utenti attaccati da malware, rispetto allo 0,016% del 2021.
Queste cifre dimostrano che i criminali informatici stanno passando da attacchi opportunistici ad attacchi ransomware mirati per raggiungere i loro obiettivi.

Nel 2022 oltre 21.400 varianti

I gruppi di ransomware continuano quindi a migliorare le loro tecniche. Uno di questi, Lockbit, rimane una delle varianti di ransomware più popolari, innovative e in rapido sviluppo attualmente in uso. Questo gruppo continua a creare insidie agli specialisti della cybersecurity aggiungendo nuove opzioni, come la pratica del dumping delle credenziali. Questa tecnica prevede che l’attore possa prendere il controllo del dominio del computer infetto e creare una named pipe per reimpostare le credenziali del sistema operativo. Tuttavia, continuano a emergere nuove varianti di ransomware. Nel corso del 2022, Kaspersky ha rilevato oltre 21.400 varianti di ransomware.

Play: un nuovo (pericoloso) arrivato

La scoperta più recente è Play, una nuova variante di ransomware altamente offuscata che rende più difficile l’analisi. Il suo codice non ha alcuna somiglianza con altri campioni di ransomware, ma fortunatamente Play è nelle prime fasi di sviluppo.
Quando è stata condotta l’indagine non è stato possibile individuare la posizione della violazione, e alle vittime è stato richiesto di contattare i criminali tramite un indirizzo e-mail lasciato nella nota di riscatto. Ciò che ha attirato l’attenzione dei ricercatori è che Play contiene una funzionalità recentemente riscontrata in altre varianti avanzate di ransomware: l’auto-propagazione. In pratica, gli attaccanti trovano un server message block (SMB) e stabiliscono una connessione. Successivamente, Play cerca di montare il suddetto SMB e distribuire ed eseguire il ransomware nel sistema remoto.

Effettuare backup regolari e conservarli offline

“Gli sviluppatori di ransomware tengono d’occhio il lavoro dei concorrenti. Se uno di loro implementa con successo una determinata funzionalità, è molto probabile che anche altri lo facciano – commenta Jornt van der Wiel, Security Expert di Kaspersky -. Sempre più gruppi di ransomware adottano tecniche inventive che rendono gli attacchi ransomware ancora più mirati e distruttivi, e le statistiche di quest’anno lo dimostrano. Un’altra cosa che non smetteremo mai di ricordare al pubblico è la necessità di effettuare backup regolari e di conservarli offline”. 

Il mercato digitale torna a volare: vale 75,3 miliardi

Grazie alla ripresa dell’economia e alla spinta significativa ai progetti di digitalizzazione in molti settori produttivi, nel 2021 il mercato digitale nazionale è tornato a crescere. Secondo il Report Il digitale in Italia 2022, condotto da Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende Ict, in collaborazione con netconsulting, la crescita si è attestata a un +5,3%, per un valore complessivo di 75,3 miliardi di euro. Ma se nella prima metà del nuovo anno il quadro internazionale, economico e geopolitico, è mutato, per poter proseguire nel suo ruolo sempre più centrale e di traino del sistema Paese per il mercato digitale italiano saranno fondamentali le riforme e gli investimenti previsti dal Pnrr.

La digitalizzazione è un fattore imprescindibile per la ripresa del Paese

“I dati fatti registrare nel corso del 2021 certificano che la digitalizzazione è stata un fattore imprescindibile per la ripresa dell’economia del nostro Paese. Non a caso la crescita del mercato digitale ha interessato tutti i principali settori economici. Lo scorso anno abbiamo inoltre accentuato e normalizzato l’impiego di soluzioni digitali nella vita di tutti i giorni, dal lavoro allo studio – commenta Marco Gay, presidente Anitec-Assinform -. I numeri sull’utilizzo di device e sugli investimenti in tecnologie ci rassicurano sulla diffusa percezione che il digitale è qui per restare. Ora stiamo affrontando uno scenario nuovamente mutato a causa del conflitto bellico in Ucraina, da problemi nelle catene di fornitura di alcuni beni, dal costo dell’energia e più in generale da un’inflazione crescente e preoccupante”.

Dispositivi e Sistemi: +9,1%

“Per bilanciare tali dinamiche e fare avanzare la transizione digitale dell’economia – continua Gay – sarà pertanto fondamentale l’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Pnrr”.
Dal rapporto annuale di Anitec-Assinform emerge inoltre che nel corso del 2021 a crescere sono stati quasi tutti i settori del mercato digitale. I Dispositivi e i Sistemi, ad esempio, hanno registrato un incremento del 9,1%, per un valore di 21,1 miliardi di euro, evidenziando un’accelerazione dovuta principalmente alle vendite dei personal computer e degli apparecchi televisivi.

Servizi Ict +7,6% grazie al Cloud

Anche il segmento del Software e delle Soluzioni Ict ha chiuso il 2021 a quota 8,1 miliardi di euro, con una crescita dell’8%, mentre i Servizi Ict hanno raggiunto 13,6 miliardi di euro, segnando una crescita complessiva del 7,6%. Una crescita dovuta alla ripresa degli investimenti nei servizi di System Integration, tra i principali driver dei piani industriali delle maggiori aziende in tutti i settori, nonché dall’ulteriore importante crescita dei servizi di Cloud Computing e Cybersecurity. Continua invece il trend negativo per i Servizi di Rete Tlc (-3,3%), anche se la diminuzione è avvenuta in misura minore rispetto all’anno precedente. Il rapporto segnala inoltre la ripresa del segmento dei Contenuti Digitali (+8,7%), trainati principalmente dal ritorno agli investimenti pubblicitari su piattaforme internet.

Videogiochi, una passione italiana: giro d’affari di 2,2 miliardi di euro

Videogiochi, una passione molto italiana. Per capire l’entità di questo rapporto, basta guardare i dati di Iidea, l’Associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, che ha presentato i dati sui consumi di videogiochi nel nostro Paese nel 2021. Se il 2020 è stato un anno da record, complice la pandemia, il settore continua a registrare numeri positivi con un giro d’affari di 2 miliardi e 243 milioni di euro, in crescita del 2,9% rispetto alla precedente rilevazione. Il numero dei videogiocatori appare in leggera diminuzione con 15,5 milioni di ersone, ovvero il 35% della popolazione italiana compresa tra i 6 e i 64 anni, che hanno trascorso parte del loro tempo libero videogiocando. 

Cresce l’interesse per il mezzo

In particolare, dai dati si evince che cresce l’interesse per il mezzo: sono state dedicate ai videogiochi in media 8,7 ore a settimana, in particolare su console, ben mezz’ora in più rispetto all’analisi precedente.Per quanto riguarda il giro d’affari del 2021, il segmento software si riconferma il più forte del mercato con un valore pari a 1,8 miliardi di euro, grazie all’ottima performance del digitale e delle app. Sul fronte hardware, vista la straordinaria performance delle console next gen che registrano un incremento del 21,6%, il comparto console registra un fatturato di 443 milioni di euro con una crescita del 12,1%. 

I videogiochi preferiti

La Top 20 aggregata (tutte le piattaforme, fisico e digitale) dei videogiochi più venduti nel 2021 è guidata da FIFA 22, seguito da Grand Theft Auto V e FIFA 21.  I generi di videogiochi più venduti nel 2021 sono stati action, giochi di sport e GdR per quanto riguarda i titoli campioni d’incasso su console, mentre strategia e azione/avventura guidano la top 10 relativa ai videogiochi più venduti su PC. Il 73,4% dei videogiochi rilasciati sul mercato italiano e il 65,8% dei giochi venduti in Italia nel 2021 è adatto a un pubblico tra i 3 e i 12 anni.

Chi sono i giocatori?

Nel 2021 il numero dei videogiocatori ha fatto registrare una leggera flessione rispetto all’anno precedente, con 15,5 milioni di persone che si sono cimentate con i videogiochi nel corso dell’anno, ovvero il 35% della popolazione italiana compresa tra i 6 e i 64 anni, di cui il 56% uomini e il 44% donne. Le fasce d’età in cui si videogioca di più sono quelle tra i 15-24 anni e tra i 45-64 anni che registrano rispettivamente 3,7 milioni di videogiocatori al loro interno. Il tempo dedicato ai videogiochi continua a crescere anno su anno, mostrando un coinvolgimento maggiore che in passato degli italiani nei confronti del medium videoludico. Nel corso del 2021 sono state dedicate a videogiocare in media 8,7 ore a settimana su tutti i dispositivi, con una notevole crescita del tempo dedicato soprattutto alle console (circa un’ora in più in media alla settimana), mentre il tempo destinato al gioco su smartphone e tablet ha fatto registrare una leggera decrescita rispetto al 2020. Per quanto riguarda le piattaforme di gioco più utilizzate, i dispositivi mobile come smartphone e tablet vanno per la maggiore, con 9 milioni di videogiocatori italiani a utilizzarli, tra cui 4,2 milioni di donne. Seguono PC e console domestiche con 6,9 milioni di utenti. Resiste il segmento delle console portatili, utilizzate da 1,4 milioni di persone.

Universo e-commerce, un mosaico di piattaforme e opportunità 

Il panorama dell’e-commerce si sta trasformando a una velocità senza precedenti e risulta più frammentato che mai, con una varietà sempre più ampia di opzioni di acquisto. Secondo la ricerca NielsenIQ, prima del Covid le vendite medie settimanali e-commerce di largo consumo ammontavano a circa 11 milioni di euro, mentre nel 2021 questo valore si attesta a 34 milioni di euro. E in Italia in due anni gli acquisti online hanno quasi triplicato la quota di mercato, passando dallo 0,9% nel 2019 al 2,6% nel 2021. La rivoluzione online nel largo consumo, che prima si aggirava a una quota dell’1-2%, sta diventando sempre più importante in categorie come cibo e bevande, cura della casa e prodotti di bellezza.  Inoltre, per rispondere alle esigenze degli acquirenti, i retailer fisici hanno ampliato la propria impronta e-commerce, offrendo varie opzioni ai clienti, dal click-and-collect al ritiro tramite drive-thru alla consegna a domicilio.

Le vendite online superano quelle fisiche

La concorrenza è in forte espansione: i generalisti, come Amazon e Ocado, e gli specialisti di categoria, come Zooplus, agiscono come attori puri, mentre i brand lavorano spesso in modo indipendente con l’on-demand, il direct-to-consumer (B2C), i marketplace online, le piattaforme social e altro. Questo perché le vendite online stanno rapidamente superando quelle fisiche in paesi come il Regno Unito, l’Italia, la Spagna e i Paesi Bassi, rendendo necessario per i player del largo consumo analizzare attentamente i trend emergenti, i nuovi modi di fare acquisti e i nuovi competitor.
Ogni produttore, retailer e brand, deve comprendere in che modo capitalizzare le opportunità di vendita in continua evoluzione e sempre più complesse.

Come prosperare in un mercato frammentato e competitivo  

Gli attori più piccoli e più maturi dovrebbero seguire alcuni consigli se vogliono sopravvivere e prosperare in un mercato frammentato e altamente competitivo. Innanzitutto, utilizzare i dati più accurati e integrati per misurare e prevedere le opportunità future. Poi, osservare il quadro completo per individuare le migliori opportunità online, identificare i concorrenti emergenti e le potenziali acquisizioni. Terzo consiglio, identificare quale canale offre il maggior potenziale per i propri prodotti, attuali e futuri. Anche se non esiste un approccio unico all’interno dell’e-commerce, i produttori dovrebbero identificare quali piattaforme sono più promettenti per la loro categoria o dimensione. 

L’ottimizzazione del marketing online tra le piattaforme

Una volta posizionati sugli scaffali digitali, i brand dovranno stabilire le priorità e attivare le promozioni in modo intelligente per fare la differenza in quanto brand.  Mentre il panorama dell’e-commerce continua a evolversi a una velocità mai vista prima, una cosa è certa: il canale offre un enorme potenziale di crescita per i retailer, e i produttori disposti a comprendere gli sviluppi del mercato saranno in grado di individuare le opportunità future e riusciranno a trovare le formule giuste per il successo.