Millennials italiani e lavoro: pronti a rinunciare a 3mila euro per la flessibilità

I giovani italiani sono attratti dalle mulinatinazionali, anche se sono pronti ad ammettere che “piccolo può essere bello”. Però i giovani pensano in grande, e soprattutto puntano alla libertà anche professionale. Lo rivela una recente ricerca condotta da ForceManager, azienda spagnola attiva nel settore del Crm mobile, presente da qualche mese in Italia attraverso l’acquisizione della startup Sellf, nata all’interno del campus di H-Farm.

L’identikit dei Millennials

I ragazzi italiani, in base all’identikit tracciato da ForceManager, sarebbero pronti a fare impresa, attirati dalle startup (il 35%) quasi quanto dalle multinazionali (la scelta del 47% degli intervistati). Ma soprattutto sarebbero disponibili a rinunciare anche a 3 mila euro all’anno in cambio di smart working e “nomadismo digitale”. Secondo l’indagine, condotta su giovani tra 22 e 37 anni, il 35% guarda all’Intelligenza artificiale con ottimismo perché semplificherà il lavoro, specie lontano dall’ufficio. Non mancano le sorprese anche quando si parla di remunerazione: ad esempio, per il 52% dei millennial italiani benefit e “lavoro agile contano di più della cifra indicata nell’ultima riga della busta paga. In particolare, rinuncerebbero fino a 3mila euro all’anno (250 euro al mese), a fronte della possibilità di essere inclusi in programmi di smart working, potendo così gestirsi autonomamente i tempi del lavoro e della vita privata, e di fare parte di progetti di nomadismo digitale. Ovvero, avere la possibilità di lavorare viaggiando, spostandosi da una città all’altra, sfruttando le potenzialità del digitale” riporta l’indagine.

Meno posto fisso più flessibilità

Anche se l’Italia è tradizionalmente associata al mito del posto fisso, forse per le nuove generazioni non è più così. La ricerca mette infatti in luce una nuova tendenza: il 42% dei Millennial italiani rinuncerebbe a un normale stipendio “competitivo” se venisse offerto loro un pacchetto retributivo variabile dove, accanto a una parte fissa, ci fossero bonus e stock option, collegati direttamente al rendimento dell’azienda. I giovani (53%) prediligono orari di lavoro tarati sui ritmi nord-europei, con ingresso in ufficio presto e pausa pranzo ridotta allo stretto necessario, per tornare a casa non più tardi delle 17.30. Per il 75% è poi fondamentale sentirsi coinvolti nel progetto aziendale per il quale lavorano e, allo stesso tempo, sono importanti programmi di wellness, come per esempio corsi di yoga o mindfulness, o iniziative attive di beneficenza o di socializzazione, come dei corsi d cucina. Tuttavia, nonostante i desideri, “Al momento non più del 18% vive quotidianamente questa realtà, all’interno dell’azienda per cui lavora; ma ben il 65% l’apprezzerebbe”.