Smart Working, una rivoluzione necessaria

Cresce fra gli italiani il livello di preoccupazione per l’emergenza coronavirus, e se ora gli acquisti si concentrano sui beni di prima necessità a cambiare sono anche le strategie per fare la spesa. E il giudizio sui brand si “raffredda”.

Questi i primi effetti del lockdown sulle abitudini e i consumi degli italiani registrati dal monitoraggio settimanale di GfK sulle conseguenze del Covid-19 su stili di vita e strategie di consumo. I risultati riferiti alla prima settimana del lockdown evidenziano quindi un consumatore in costante e rapida evoluzione.

Nel carrello i beni essenziali, ma anche i libri

Ancora in crescita le preoccupazioni degli italiani, sia per la diffusione del Coronavirus (+11%) sia per la situazione economica attuale e futura, e aumenta anche la paura di non trovare nei negozi i prodotti di cui si ha bisogno, specialmente al Sud. I consumi si concentrano quindi sempre più sui beni essenziali, e cala la voglia di fare acquisti, anche online. Gli italiani mettono nel carrello soprattutto prodotti come pane, latte, farina, zucchero, prodotti per l’igiene personale, disinfettanti, acqua e surgelati. Tra le categorie che resistono ci sono però i libri, che tornano a essere un bene necessario per un numero crescente di persone.

L’importo medio della spesa cresce del +26%

Dopo la prima settimana di acquisti “compulsivi”, ma poco organizzati, e una seconda caratterizzata da un incremento della frequenza degli acquisti, durante la prima settimana di lockdown gli italiani sembrano aver elaborato nuove strategie. L’importo medio della spesa cresce del +26% e si fanno acquisti più attenti, per evitare di dover tornare spesso in negozio. Si annullano poi le differenze tra giorni infrasettimanali e sabato, solitamente il più importante per la spesa, a cresce ancora la penetrazione del canale online (+16%).

Verso un nuovo consumatore post-traumatico

L’isolamento forzato in casa sta cambiando sicuramente anche il modo in cui gli italiani si rapportano con i brand. Rispetto alla settimana precedente, GfK registra un giudizio maggiormente positivo sulla Distribuzione, mentre le aziende sono viste come poco attive, e poco vicine. Mai come oggi i consumatori chiedono ai brand una maggiore capacità di entrare in sintonia con il sentiment del momento. Rimane da capire cosa cambierà quando tutto questo sarà finito. Le aziende avranno a che fare con un consumatore “post-traumatico”, con nuove abitudini di consumo, nuove paure, e nuovi stili di vita. Ma anche desideri inespressi che emergeranno alla fine della quarantena