Clienti italiani disposti a cambiare brand pur di risparmiare

In tempi di difficoltà economica come quello attuale, in Italia sta emergendo una netta separazione tra i consumatori quando si tratta di fedeltà ai brand.

Quasi la metà degli italiani (48%) cerca alternative ai propri prodotti abituali per risparmiare, e il 42% rimane fedele ai propri brand, ma acquisterebbe di meno. Il 23% invece cerca di risparmiare sui prodotti alimentari, su abbonamenti e iscrizioni per poter continuare ad acquistare i propri brand preferiti.
È quanto emerge dalla ricerca ‘Redefining retail: What’s Next for Shoppers and Retailers?’, condotta da Manhattan Associates.

La sostenibilità ha un ruolo subordinato

Per il 18% degli intervistati, la sostenibilità ha la massima priorità, e per il 50% è comunque importante. Il 20% invece lo descrive come ‘bello, ma non indispensabile’, e il 7% non considera affatto questo aspetto. E quando si parla di consegna dei prodotti l’impatto ambientale gioca un ruolo importante solo per il 12%. La questione più rilevante è quella dei costi di consegna (50%), seguita dai tempi di delivery (28%) e il metodo di consegna (12%).

Tuttavia, i retailer rivelano un maggiore impegno verso la sostenibilità. Il 55% ritiene fondamentale una gestione efficiente dello stock, mentre il 51% sta adattando la propria rete di punti vendita, e per il 45% l’ottimizzazione dei resi svolge un ruolo importante per ottenere operazioni più sostenibili in futuro.

Il ruolo dei social per i retailer

Molti consumatori eseguono ricerche online prima di acquistare in store. Il 60% cerca l’offerta più vantaggiosa, mentre il 52% legge le recensioni dei prodotti che intende acquistare. Per il 50% poi è importante saperne di più sul prodotto desiderato, il 35% si accerta che il prodotto desiderato sia in stock, e il 14% prenota l’articolo per il click and collect.

In Italia quasi la metà dei consumatori predilige WhatsApp come canale di comunicazione, con un picco del 55% nella fascia di età compresa tra 25-34 anni. Opzione già proposta da più della metà dei retailer (57%), mentre un altro 27% prevede di introdurla nei prossimi 1-2 anni.

Esperienza di acquisto più ibride

Si delinea la tendenza a unificare il retail online e quello fisico. Se il prodotto non è disponibile in uno store il 49% dei retailer può verificare la sua disponibilità nei punti vendita vicini e avvisare il cliente, e per il 70%, nel caso il prodotto non sia disponibile in store, rende possibile ordinarlo online e consigliare le migliori opzioni di fulfilment.
Insomma, una shopping experience agevolata tra mondo fisico e digitale è diventata uno standard. Solo per il 4% dei retailer i processi in store e online sono ancora indipendenti.

Negli ultimi 12 mesi ci sono state, poi, nuove introduzioni nell’ambito delle opzioni di consegna: in giornata (60%), click-and-collect (59%), a domicilio (53%), delivery lockers (53%) o l’accorpamento di più prodotti per utente in un’unica delivery (42%). A dimostrazione che i retailer sono consapevoli delle elevate aspettative dei consumatori.