I cinque Life trend del 2023? Dalla permacrisis all’intelligenza artificiale

Lo ha rivelato Accenture nel suo rapporto “Life Trends 2023”: la tecnologia, sempre più accessibile, entrerà a pieno titolo nelle nostre vite. E per le aziende e la loro leadership è necessario prepararsi a modificare i modelli di business, per mantenere il passo con il cambiamento dei comportamenti dei clienti, che trovano sempre più valore nelle nuove tecnologie emergenti. Costruito sull’eredità di 15 anni di Fjord Trend, questo rapporto – ora intitolato Accenture Life Trends 2023 – identifica cinque macro-movimenti globali del comportamento umano che plasmeranno il business, la cultura e la società nel prossimo anno.

Dalla crisi permanente alla necessità di appartenere a un gruppo 

Le tecnologie emergenti – tra cui l’intelligenza artificiale, il web3 e la tokenizzazione – stanno dando il via ad una nuova era per la creatività, la società e la privacy. E in questa direzione si inseriscono i trend identificati da Accenture per il 2023. La prima tendenza è la crisi permanente. Ci stiamo cioè abituando a vivere in una permacrisis, con il mondo che va da una catastrofe all’altra. Però, come l’umanità fa da millenni, le persone si adattano all’instabilità, oscillando tra quattro possibili risposte: lotta, fuga, concentrazione e immobilità, scelte che influenzeranno gli acquisti e il modo in cui considerano i brand e i loro dipendenti – e le aziende devono essere pronte. Il secondo trend è legato a doppio filo al primo. In un mondo instabile, le persone cercano infatti luoghi/gruppi, a cui sentono di appartenere. Di conseguenza, i brand moderni saranno costruiti prima di tutto come comunità, ridisegnando la fedeltà e il coinvolgimento con il marchio, sfruttando proprio le nuove tecnologie.

I benefici intangibili del lavoro e la creatività dell’intelligenza artificiale

Mentre continua il dibattito sul ritorno in ufficio, tutti hanno sentito la perdita dei benefici intangibili dell’ufficio, come gli incontri casuali con i colleghi e il rapporto con i giovani talenti. Ora le conseguenze di questa perdita diventano chiare. Senza il coinvolgimento personale, le aziende rischiano di perdere mentorship, innovazione, cultura e capacità di inclusione. È ora che i leader ricomincino a pensare a un piano che offra benefici a dipendenti e aziende. Quarto trend, l’intelligenza artificiale: ormai le reti neurali sono disponibili per creare linguaggi, immagini e musica con pochissimo sforzo e senza il bisogno di competenze tecniche. Anche gli sviluppi nell’ambito dell’IA stanno arrivando sul mercato a una velocità sorprendente. In scala, si tratta di una svolta incredibile per la creatività. Le aziende devono considerare come distinguersi nel marasma di contenuti generati dall’IA e come utilizzare l’IA per migliorare la velocità e l’originalità dell’innovazione.

Dati personali protetti con i portafogli digitali 

La tecnologia aiuterà anche a risolvere a delicata questione dei dati personali. La trasparenza e la fiducia nelle esperienze dei brand online stanno di pari passo rapidamente diminuendo. Ma il controllo dei propri dati potrebbe presto tornare agli utenti. I portafogli digitali contenenti token (che rappresentano metodi di pagamento, documenti d’identità, carte fedeltà e altro ancora) consentiranno alle persone di decidere quanti dati condividere con aziende e perfino di venderli a queste ultime. Questa è un’ottima notizia per i brand: i dati che le persone forniranno direttamente saranno ancora più preziosi delle informazioni di terze parti, che non saranno più raccolte in un mondo senza cookie.

Crescono le spese obbligate per le famiglie italiane

Secondo una stima dell’Ufficio studi della CGIA riferita al 2022 gli acquisti per alimentari, trasporti e per la casa sono stati pari al 59,6% sul totale della spesa mensile media di una famiglia italiana. In termini monetari significa che a fronte di una spesa mensile media pari a 2.016 euro, 1.202 euro nel 2022 sono stati ‘assorbiti’ dalle spese obbligate. Ovvero, 265 euro per benzina-gasolio e spese su mezzi pubblici, 425 euro per manutenzione della casa e bollette di luce-gas e spese condominiali, e 511 euro per cibo e bevande analcoliche. A causa del rincaro dei prezzi registrato l’anno scorso, rispetto al 2021 si ipotizza che l’incidenza delle spese alimentari sia cresciuta del 3,8%.

Languono le spese complementari

A causa dell’inflazione spendiamo di più, portiamo a casa meno beni e la gran parte della spesa la facciamo per ‘vivere’ e spostarci. Tra il 2021 e il 2022 le uscite per le spese obbligate della famiglia media italiana sono incrementate di 171 euro (+16,6 %), mentre quelle complementari languono. Nonostante nel 2022 l’aumento medio dell’inflazione si sia attestato attorno all’8%, in termini assoluti l’incremento di questa tipologia di spesa si stima nullo. In altre parole, si ipotizza che negli ultimi due anni per acquistare alcolici, abbigliamento/calzature, mobili, tempo libero, ristorazione, ricettivo, istruzione, sanità, cura della persona la famiglia media italiana abbia speso mensilmente 815 euro.

A Bolzano la spesa media è più alta

I dati per ripartizione geografica riferiti al 2021 segnalano come l’incidenza della spesa obbligata su quella totale sia più alta al Sud e nelle Isole rispetto alle altre aree del Paese. Ovviamente, la minore capacità di spesa delle famiglie del Mezzogiorno contribuisce in misura determinante a questo risultato. Va altresì segnalato che a partire dal 2017 l’incidenza delle spese obbligate sul totale cresce tendenzialmente fino a toccare la punta stimata per il 2022 del 59,6%. Secondo i dati disponibili al 2021 la spesa media più alta a livello nazionale è ascrivibile alle famiglie residenti nella provincia autonoma di Bolzano (3.116 euro). Seguono Lombardia (2.904 euro), provincia autonoma di Trento (2.791 euro), Valle d’Aosta (2.721 euro) e Lazio (2.712 euro).

Le bollette sfiorano il 54% della voce Abitazione

Dalla disaggregazione delle tre voci che costituiscono le spese obbligate (casa, cibo e trasporti) emerge che la somma dei consumi per le bollette (luce, acqua, gas, rifiuti ecc.), per gli alimenti di prima necessità (pane, latte e carne) e carburanti (gasolio, benzina, pedaggi ecc.) ammonta a oltre il 52% della spesa obbligata media annua della famiglia italiana (pari a 1.202 euro). Le bollette, ad esempio, sfiorano il 54% dell’intero costo della voce Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili. La spesa per pane, latte e carne, invece, è pari al 50% della spesa totale per gli Alimentari e le bevande analcoliche. Carburanti e pedaggi, poi, ammontano al 53% della spesa totale della voce Trasporti.

Maternità obbligatoria: nel 2023 anche in smart working

L’ultima la legge di bilancio ha previsto alcune novità in materia di congedo di maternità per le lavoratrici italiane, tra le quali la possibilità di fruire del congedo di maternità anche in modalità di smart working, a condizione però che sia possibile svolgere la propria attività lavorativa in modalità agile. La maternità obbligatoria è un periodo di astensione dal lavoro al quale le donne lavoratrici hanno diritto durante la gravidanza e il puerperio, il periodo successivo al parto. Nel nostro paese la legge garantisce il congedo di maternità obbligatorio di 5 mesi per le lavoratrici dipendenti, a cui si possono aggiungere appunto altri 3 mesi di congedo opzionale.

Anche i padri hanno diritto a 5 giorni di congedo retribuito

Il congedo di maternità obbligatorio ha una durata di 5 mesi, e può essere fruito dalla lavoratrice a partire dal giorno precedente al parto fino al compimento dei tre mesi di vita del bambino. La lavoratrice ha inoltre la possibilità di scegliere di fruire di un congedo opzionale di ulteriori 3 mesi, sempre a condizione che il periodo complessivo di assenza non superi gli 8 mesi. Le novità introdotte dalla legge di bilancio prevedono, oltre alla possibilità per le lavoratrici dipendenti di fruire del congedo di maternità anche in modalità di smart working, quella di estendere ai padri lavoratori dipendenti la possibilità di fruire di 5 giorni di congedo retribuito in caso di parto o adozione.

Come richiedere l’indennità di maternità?

Durante il congedo di maternità obbligatorio, la lavoratrice ha diritto a un’indennità di maternità erogata dall’Inps. L’importo di tale indennità è pari al 100% della retribuzione lorda da lavoro dipendente, e viene corrisposta per un massimo di 5 mesi per il congedo obbligatorio e per altri 3 mesi per il congedo opzionale. Per richiedere il congedo di maternità la lavoratrice deve presentare all’Inps la relativa domanda utilizzando il modello SR163 entro il 180° giorno precedente la data prevista del parto. La domanda va presentata anche in caso di adozione o affidamento preadottivo, e deve essere accompagnata da una certificazione medica che attesti la gravidanza, o l’imminente adozione.


Quali agevolazioni sono previste durante, e al rientro dal congedo

Durante il congedo di maternità, la lavoratrice ha diritto a conservare il posto di lavoro e a ricevere l’indennità di maternità come previsto dalla legge. Tuttavia, è tenuta a comunicare tempestivamente al datore di lavoro eventuali variazioni della data del parto o del rientro al lavoro. Le lavoratrici madri hanno diritto ad alcune agevolazioni durante e al rientro dal congedo di maternità. Ad esempio, hanno diritto a usufruire di un orario di lavoro part-time fino al compimento dell’anno di vita del bambino, anche se non hanno mai lavorato part-time in precedenza. Inoltre, possono richiedere la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in un rapporto di lavoro a tempo parziale, sempre fino al compimento dell’anno di vita del bambino.

Le statistiche sui furti in appartamento in Italia e i possibili rimedi

I furti in appartamento rappresentano una preoccupazione costante tantissime famiglie in Italia, sia per quel che riguarda l’incolumità dei familiari che per i propri averi.

Secondo le statistiche più recenti infatti, i furti in abitazione rappresentano circa il 30% di tutti i furti commessi in Italia, un numero certamente importante che offre diverse opportunità di riflessione circa la necessità di mettere la propria casa in sicurezza.

In questo articolo esamineremo per questo motivo alcune delle misure più efficaci per proteggere la nostra casa e prevenire i furti.

Sistemi di allarme e videosorveglianza

Uno dei modi più efficaci per proteggere un appartamento o villa è certamente l’installazione di un sistema di allarme e uno di videosorveglianza.

Un sistema di allarme può essere attivato o disattivato, anche a distanza tramite smartphone, a seconda delle nostre esigenze. Esso può essere collegato alla centrale di sicurezza o alle forze dell’ordine, in modo da essere avvertiti in caso di tentativo di effrazione.

La videosorveglianza, invece, ci permette di monitorare la nostra casa in tempo reale e di registrare eventuali movimenti sospetti. Il tutto comodamente tramite smartphone.

Tra l’altro, i moderni sistemi di videosorveglianza inviano automaticamente una notifica, sempre sul nostro smartphone, nel momento in cui rilevano un movimento.

In questa maniera ci consentono di collegarci in tempo reale e vedere cosa sta accadendo.

Serrature di nuova generazione per porte blindate

Un altro modo affidabile per proteggere la nostra casa è quello di sostituire le vecchie serrature della porta con modelli di nuova generazione, il cosiddetto “cilindro europeo”.

Tali serrature sono progettate per resistere a tentativi di effrazione e sono spesso dotate di chiavi a doppia mappa o di sistemi di sblocco con codici segreti.

Chiaramente, parliamo di serrature che vanno abbinate a moderne porte blindate ad esempio in acciaio trafilato presso piegato, difficile da attaccare.

Grate di sicurezza

Le grate di sicurezza rappresentano un’altra soluzione efficace per proteggere la nostra abitazione.

essere installate alle finestre o alle porte (in quel caso si parla di inferriate apribili) e sono progettate per resistere ad ogni tentativo di effrazione.

Le grate di sicurezza possono essere realizzate in diversi materiali, come l’acciaio o l’alluminio, e possono essere verniciate per adattarsi all’estetica della nostra casa o edificio.

Soluzioni per il giardino e spazi esterni alla casa in genere

Se si dispone di un giardino o area esterna, le luci con sensori di movimento possono essere effettivamente utili per tenere alla larga eventuali malintenzionati, soprattutto quando non si è in casa.

Questo tipo di luci si accendono automaticamente in caso di movimenti o suoni sospetti, illuminando l’area interessata e rendendo più difficile per gli intrusi passare inosservati.

In questa maniera, le luci di sicurezza possono essere utilizzate per segnalare la presenza di eventuali intrusi, spaventandoli o attirando l’attenzione di vicini o passanti.

Tuttavia, è importante considerare che le luci di sicurezza con sensori di movimento non sono una soluzione perfetta e che è sempre consigliabile adottare misure di sicurezza aggiuntive, come ad esempio installare un sistema di allarme o grate di sicurezza.

Inoltre, è importante assicurarsi che le luci siano ben posizionate e funzionino correttamente, in modo da ottenere il massimo beneficio dal loro utilizzo.

Conclusione

In sintesi, proteggere la nostra casa dai furti è fondamentale per garantire la nostra sicurezza e quella della nostra famiglia.

Esistono diverse soluzioni efficaci per prevenire i furti in appartamento, come l’installazione di sistemi di allarme e videosorveglianza, la sostituzione delle serrature con modelli di nuova generazione e l’installazione di grate di sicurezza alle finestre.

È importante valutare quali di queste soluzioni siano più adatte alle nostre esigenze e agire di conseguenza, per garantire la serenità a tutti in famiglia.

Ricordiamo infine che anche buone pratiche come chiudere a chiave porte e finestre quando usciamo di casa e non lasciare in vista oggetti di valore, possono contribuire a prevenire i furti.

Spesa online: un’abitudine sempre più diffusa anche in Italia 

Oggi fare la spesa online non è soltanto una necessità, ma una vera e propria consuetudine, destinata ad assumere dimensioni considerevoli grazie soprattutto al processo di digitalizzazione dei consumatori. Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio Digital Fmcg di Netcomm, svolto in collaborazione con Nielsen, la spesa online per il comparto food in Italia oggi conta circa 10,8 milioni di acquirenti, +2,4 % rispetto a quelli rilevati nel periodo pre-pandemico, con un aumento pari al 4,3% e picchi dell’8,8 % per il settore della drogheria alimentare. Dopo l’exploit del 2020, quando il ricorso agli acquisti online di beni appartenenti al comparto Food & Grocery registrava numeri da record, la spesa online continua a farsi largo tra le abitudini degli italiani, consolidando un fenomeno che non è più legato a questioni emergenziali.

Una nuova normalità destinata a rivoluzionare il food retail

Sono dati che sanciscono l’inizio di una nuova normalità, destinata a rivoluzionare il modo di intendere il food retail, e ad avere una rilevanza sempre maggiore sulle scelte di acquisto dei consumatori. Oggi le ragioni che hanno reso la spesa online sempre più rilevante non sono soltanto riconducibili all’aspetto emergenziale. La scelta di affidarsi alla rete per l’acquisto di beni alimentari è incentivata da diversi fattori, ma è la comodità a rivestire un ruolo primario. La spesa a domicilio è un servizio offerto, ormai, da quasi tutti i supermercati italiani, e si è rivelata una scelta preziosa per i consumatori che trovano complicato esporsi alle criticità del modello di vendita offline (orari di apertura limitati, attese al bancone della gastronomia, file alle casse e affollamento negli orari di punta).

Un modello di vendita che unisce l’esperienza offline all’efficienza del digitale

La spesa online, al contrario, può essere ordinata ovunque, e garantisce un’esperienza di acquisto flessibile, strutturata per rispondere anche alle esigenze dell’utenza meno digitalizzata. Grazie a un modello di vendita pensato per unire all’esperienza dei supermercati offline l’efficienza del digitale, è possibile scegliere di ricevere la spesa a casa tramite servizio di consegna a domicilio, o ritirare la spesa presso il punto vendita nella fascia oraria scelta dall’acquirente.

Un impatto meno incisivo sull’ambiente

Tra gli altri punti di forza, riferisce Adnkronos, c’è la possibilità di approfittare online della stessa offerta di prodotti presenti fisicamente sugli scaffali dei supermercati, l’opportunità di scegliere fra diversi metodi di pagamento, e la presenza di un sistema logistico per la consegna degli alimenti sensibili alle variazioni termiche.  La spesa online, inoltre, aiuta ad adottare uno stile di vita green: gli acquisti in rete, infatti, pur richiedendo l’uso di automezzi specifici, possono avere un impatto meno incisivo sull’ambiente rispetto allo shopping tradizionale.

Abbattimento delle barriere architettoniche in casa

Per barriere architettoniche si intendono tutti quegli impedimenti o ostacoli presenti in casa che rendono più complicato lo spostarsi da un ambiente all’altro, soprattutto quando si è in carrozzina.

Il riferimento va a gradini, porte troppo strette, scale, mobili sporgenti in luoghi stretti come i corridoi, oggetti posizionati troppo in alto.

Proprio per quel che riguarda la carrozzina consideriamo che, se questa è larga mediamente 70 cm, è chiaro che risulta essere particolarmente difficile riuscire ad accedere normalmente a tutti gli ambienti di casa.

Chiaramente, con riferimento alle scale, la soluzione migliore è quella di scegliere un edificio in cui ci sia l’ascensore o quantomeno optare per un appartamento che si trova al piano terra.

Nel caso invece in cui non sia abiti al piano terra, la soluzione migliore è quella di prevedere l’installazione di un sollevatore per disabili o le classiche rampe mobili che risolvono in maniera efficace questo problema.

Altre soluzioni per eliminare le barriere architettoniche in casa

Le porte rappresentano certamente un impedimento, in quanto con il loro movimento di apertura vanno ad occupare degli spazi che possono limitare la possibilità di accedere e muoversi in quel determinato ambiente.

Per questo motivo il consiglio è quello di passare alle cosiddette porte a scomparsa le quali, a differenza delle porte tradizionali, non occupano spazio nel momento in cui le si apre e possono per questo agevolare l’accesso e l’uscita.

Altra tipica difficoltà delle persone con mobilità ridotta è quella legata all’igiene personale nel momento in cui è necessario fare il bagno. In questo caso il consiglio è quello di provvedere all’installazione di un box doccia a filo pavimento e dunque senza dislivello.

Inoltre è bene posizionare al suo interno gli appositi maniglioni di sostegno, che sono pensati proprio per rappresentare un appiglio sicuro così da evitare di perdere l’equilibrio o poter far leva sulle braccia in ogni momento.

In tutti quei casi in cui è presente un dislivello in casa, se questo non è eccessivo, è possibile risolvere utilizzando una piccola rampa, anche mobile, eventualmente facendo in modo che questa non occupi l’intera porzione del passaggio ma soltanto una parte.

Tutto chiaramente dipende dall’intensità della pendenza, considerando che la persona che la desidera superare debba poterlo fare senza particolari sforzi.

Ricordiamo inoltre che è molto importante posizionare dei corrimano o apposite maniglie nei punti più importanti come scale, pedane e sanitari in cui è necessario fare leva sulle braccia per potersi sollevare o sostenere.

Un’altra delle cose alle quali in genere non si pensa, ma che rappresentano certamente un problema, ad esempio per le persone in carrozzina, sono accessori ed interruttori posizionati ad altezza non adeguata.

Pensiamo ad esempio ad un citofono, che potrebbe essere troppo alto da raggiungere per una persona in carrozzina, o alla presa di corrente che potrebbe essere troppo bassa per essere utilizzata facilmente.

Anche i mobili dovrebbero avere una altezza adeguata, così da consentire una agevole apertura e chiusura dei cassetti.

Le agevolazioni fiscali

Molto importante infine è ricordare che le spese che una persona va a sostenere per abbattere le barriere architettoniche in casa prevedono delle particolari agevolazioni fiscali.

In particolar modo la legge 104/92 consente l’acquisto con IVA agevolata di tutti quegli strumenti e accessori il cui fine è quello di migliorare l’accessibilità in casa, così come la ristrutturazione volta all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Si tratta dunque di una esigenza irrinunciabile e allo stesso tempo parliamo di un qualcosa che è conveniente anche dal punto di vista economico, motivo per il quale è bene a sfruttare questa opportunità in tempo.

Raddoppia il ransomware mirato con nuovi gruppi e tecniche. Cosa succede?

Secondo l’ultimo report di Kaspersky sul crimeware nel 2022 la percentuale di utenti attaccati da ransomware mirati nei primi dieci mesi del 2022 è quasi raddoppiata rispetto al 2021. Significa che le organizzazioni di ransomware hanno continuato a perfezionare le tecniche, sia quelle più famose sia quelle emergenti. Secondo Kaspersky, la percentuale di utenti colpiti da attacchi ransomware mirati nel 2022 rappresenta lo 0,026% di tutti gli utenti attaccati da malware, rispetto allo 0,016% del 2021.
Queste cifre dimostrano che i criminali informatici stanno passando da attacchi opportunistici ad attacchi ransomware mirati per raggiungere i loro obiettivi.

Nel 2022 oltre 21.400 varianti

I gruppi di ransomware continuano quindi a migliorare le loro tecniche. Uno di questi, Lockbit, rimane una delle varianti di ransomware più popolari, innovative e in rapido sviluppo attualmente in uso. Questo gruppo continua a creare insidie agli specialisti della cybersecurity aggiungendo nuove opzioni, come la pratica del dumping delle credenziali. Questa tecnica prevede che l’attore possa prendere il controllo del dominio del computer infetto e creare una named pipe per reimpostare le credenziali del sistema operativo. Tuttavia, continuano a emergere nuove varianti di ransomware. Nel corso del 2022, Kaspersky ha rilevato oltre 21.400 varianti di ransomware.

Play: un nuovo (pericoloso) arrivato

La scoperta più recente è Play, una nuova variante di ransomware altamente offuscata che rende più difficile l’analisi. Il suo codice non ha alcuna somiglianza con altri campioni di ransomware, ma fortunatamente Play è nelle prime fasi di sviluppo.
Quando è stata condotta l’indagine non è stato possibile individuare la posizione della violazione, e alle vittime è stato richiesto di contattare i criminali tramite un indirizzo e-mail lasciato nella nota di riscatto. Ciò che ha attirato l’attenzione dei ricercatori è che Play contiene una funzionalità recentemente riscontrata in altre varianti avanzate di ransomware: l’auto-propagazione. In pratica, gli attaccanti trovano un server message block (SMB) e stabiliscono una connessione. Successivamente, Play cerca di montare il suddetto SMB e distribuire ed eseguire il ransomware nel sistema remoto.

Effettuare backup regolari e conservarli offline

“Gli sviluppatori di ransomware tengono d’occhio il lavoro dei concorrenti. Se uno di loro implementa con successo una determinata funzionalità, è molto probabile che anche altri lo facciano – commenta Jornt van der Wiel, Security Expert di Kaspersky -. Sempre più gruppi di ransomware adottano tecniche inventive che rendono gli attacchi ransomware ancora più mirati e distruttivi, e le statistiche di quest’anno lo dimostrano. Un’altra cosa che non smetteremo mai di ricordare al pubblico è la necessità di effettuare backup regolari e di conservarli offline”. 

Ebook: la lettura digitale in Italia cresce del 62%

Anche nel 2022 la lettura, soprattutto quella digitale, ha ricoperto un ruolo da protagonista nella quotidianità degli italiani. Dopo un significativo incremento di lettori a partire dalla pandemia, anche quest’anno il trend si conferma in forte crescita. Il 2022, infatti, è stato un anno importante per libri e audiolibri, e il tempo totale dedicato alla lettura da parte degli italiani ha raggiunto l’equivalente di 1800 anni, registrando un incremento medio del 62% rispetto all’anno precedente. E se dovessimo combinare lettura e ascolto digitale, si arriverebbe a ben 982 milioni di minuti totali.  Ma le ultime tendenze del mondo editoriale arrivano anche dai social. È quanto rivela il Book report annuale di Rakuten Kobo, rifpiattaforma di ebook e lettori di libri digitali.

Con la pandemia sono aumentati i lettori di libri

“Gli ultimi due anni sono stati una corsa sfrenata sia per i lettori sia per le librerie – ha dichiarato Michael Tamblyn, ceo di Rakuten Kobo -. Nel 2022 le restrizioni Covid si sono allentate, i lettori hanno ricominciato a uscire di casa e Kobo, in qualità di libreria digitale, ha assistito ad alcuni interessanti cambiamenti e nuovi trend nei comportamenti di lettura a livello globale”. 

Il ruolo centrale dei social

Se si analizzano i momenti della giornata in cui si legge di più, la situazione varia a seconda della zona d’Italia in cui si vive. A Padova e a Torino, ad esempio, si legge di più durante l’ora del tè, ovvero vero le 16-17, a Roma e Firenze invece si preferisce l’orario dell’aperitivo (19-20), e a Milano, Genova e Treviso il momento preferito per la lettura è quello post cena, prima di andare a dormire (22-23).
Secondo il Kobo Book Report 2022, anche i social, e in particolare TikTok, hanno giocato un ruolo centrale nello sviluppo dei trend e nella crescita delle vendite Kobo. La piattaforma più usata dalla Gen Z continua infatti a conquistare l’industria editoriale, e sono i consigli degli influencer presenti sulla piattaforma a guidare le tendenze di lettura in Italia.

La Top ten degli ebook più venduti in Italia nel 2022

Ma quali sono gli ebook più venduti nel 2022? La classifica dei dieci ebook più venduti in Italia su Kobo,  riferisce Adnkronos, quest’anno vede in testa ‘Il caso Alaska Sanders’, di Joël Dicker, seguito da ‘I bambini silenziosi’, di Patricia Gibney, e da ‘Non è un paese per single’, di Felicia Kingsley al terzo posto. La classifica continua con, al quarto posto, ‘Violeta’, di Isabel Allende, al quinto ‘Le ossa parlano’, di Antonio Manzini, al sesto ‘Rancore’, di Gianrico Carofiglio, al settimo ‘Incidente Franciacorta’, di Rebecca Quasi, all’ottavo ‘Il codice dell’illusionista’, di Camilla Läckberg, e al nono ‘La carrozza della Santa’, di Cristina Cassar Scaliai. Chiude la Top ten degli ebook più venduti ‘L’inverno dei Leoni’, di Stefania Auci.

Employer branding: solo un’azienda su tre oggi propone lo smartworking

Oggi lo smartworking viene proposto ‘solo’ da un’azienda su tre. Per le aziende l’organizzazione aziendale è una priorità, ma se il lavoratore è interessato a forme di lavoro agile tra le offerte dei manager ai nuovi lavoratori, la garanzia del posto fisso e la reputazione superano smartworking e inclusività. Gli hr manager sottolineano poi di offrire sicurezza dei luoghi di lavoro (78%), oltra alla cultura e al modello organizzativo adottato (65%). Quanto a vantaggi contrattuali e incentivi economici, per le aziende prevalgono tre aspetti chiave: stabilità del rapporto (100%), solidità economica e finanziaria dell’impresa (97%), e basso turn over (82%). Sono i risultati della ricerca dell’ufficio studi di Fòrema, ente di Assindustria Venetocentro, sull’employer branding di 160 aziende venete, soprattutto del settore metalmeccanico.

Piacevolezza del luogo di lavoro e innovazione

Agli ultimi posti, invece, la distribuzione di utili ai collaboratori (9%), la concessione di ferie o permessi aggiuntivi rispetto al CCNL (26%) e l’utilizzo estensivo di forme di lavoro agile (33%). Sul tema degli ambienti messi a disposizione dall’azienda, il panel mette al primo posto (96%) la piacevolezza del luogo di lavoro, seguito dall’innovatività degli strumenti e delle tecnologie utilizzate (85%), dall’accessibilità della sede (74%), e dagli spazi condivisi (22%). La cultura aziendale si focalizza invece sul valore dell’esperienza offerta in termini di competenze e appetibilità (85%), sulla trasparenza della comunicazione interna (81%), e sull’accesso a percorsi formativi e meritocrazia (76%).

Rapporto con il territorio e capitale reputazionale

Al contrario, interessa relativamente poco la strutturazione di gruppi di lavoro interni (33%) e la realizzazione di piani per l’inclusione sociale (41%). Il rapporto con il territorio poi è decisivo, e il capitale reputazionale che il dipendente ottiene lavorando per una società è fondamentale. Si registra una forte polarizzazione sul capitale reputazionale dell’azienda (89%) e dei collaboratori (63%), seguite dalle azioni concrete per la tutela dell’ambiente (62%). Meno rilevanti le attività rivolte direttamente alla cittadinanza (35%) e al sociale (48%). Il 41% delle aziende intervistate afferma poi di non avvertire in misura preoccupante processi di dimissioni legati al turn over. Solo il 15% registra numeri in ascesa.

L’offboarding è “informale”

Per attirare collaboratori le aziende utilizzano un mix di leve. Sono rari i casi di azioni e benefici concreti messi in campo valutati come inutili o non percorribili. Sul tema della comunicazione del valore, i tirocini sono il canale principale per far conoscere l’azienda e incontrare potenziali collaboratori. Ma in generale le aziende comunicano il valore in maniera informale (passaparola dei dipendenti) e tradizionale (sito aziendale, spesso Linkedin) e in autonomia (fatte salve le ricerche specifiche di personale). Per quanto riguarda la fase di licenziamento (offboarding), la maggioranza delle aziende si occupa dell’uscita dei collaboratori in maniera informale.

Addio allo smartworking, ma più attenzione all’igiene sul luogo di lavoro

Nel post-Covid lavorare in strutture quali bar-ristoranti, hotel e alberghi, Rsa, palestre e spa, uffici e punti vendita, richiede necessariamente la presenza in loco. Per l’85% dei manager che lavorano in queste strutture lo smartworking è infatti un lontano ricordo. Si tratta dei risultati di un sondaggio commissionato da Initial a BVA-Doxa per esplorare i temi del wellbeing, dell’igiene, della sicurezza e della sostenibilità negli ambienti di lavoro Per l’80% degli intervistati l’elemento più importante per migliorare igiene, sicurezza e wellbeing sul posto del lavoro riguarda una maggiore igiene delle superfici, spazi e bagni dotati di comfort, dispenser di saponi e carta. Al secondo posto (47%), i purificatori d’aria, particolarmente importanti per Rsa (60%) e palestre/spa (59%), e al terzo l’ammodernamento degli spazi comuni (42%) e la profumazione degli ambienti (40%). In questo caso si rilevano valori più elevati per Rsa (55%) e palestre/spa (47%).

Aumenta l’attenzione al workplace wellbeing

Il tema del workplace wellbeing è molto importante per il 71% degli intervistati, in particolare, presso hotel (83%), Rsa (82%) e palestre/spa (80%). Sembra inoltre che l’attenzione al wellbeing sia decisamente aumentata (60% molto e 31% abbastanza) in seguito alla pandemia, in particolar modo presso hotel/alberghi (81%). Per migliorare il benessere sul luogo di lavoro gli interventi principali sono stati la purificazione dell’aria (54%), l’ampliamento e la ridefinizione degli spazi (37%), l’ergonomicità delle postazioni (30%), l’introduzione di piante e di nuovi elementi d’arredo (27%), e la creazione di zone relax (22%).

L’inquinamento indoor non è più un tabù

La maggior parte degli intervistati ha sentito parlare di inquinamento indoor, e solo il 5% dichiara di non essere attento al tema. Tra gli intervistati, infatti, è ben radicata la consapevolezza che l’inquinamento interno sia superiore (46%) o uguale (18%) a quello esterno, ma solo il 22% degli intervistati è informato sui misuratori di qualità dell’aria interna, dati ovviamente molto diversi per Rsa e hotel. Se il tema inquinamento indoor è un tabù che sta cadendo, quali sono gli elementi ritenuti più importanti per migliorare la gradevolezza degli ambienti? Al primo posto l’igiene di sanitari (96%) e superfici (95%), ma anche aria pulita (91%), igiene delle apparecchiature (86%), dei cestini (79%), e una maggior frequenza delle disinfezioni (80%). Seguono, le cassette di primo soccorso (63%) e la presenza di verde (35%).

La sostenibilità al lavoro è soprattutto “differenziata”

In seguito alla pandemia, riporta Adnkronos, si evidenzia un aumento anche dell’attenzione alla sostenibilità negli ambienti di lavoro, che si declina in una grande importanza attribuita alla raccolta differenziata (81%), e seppur in misura inferiore, alla scelta di prodotti ecologici e certificati (53%), una maggiore sensibilizzazione sui temi della sostenibilità (50%), oltre alla scelta di fornitori certificati (52%) e partner/fornitori con approccio green e sostenibile (42%). Aspetti che in alcune aziende tra quelle intervistate risultano già in essere o in programma per il prossimo futuro.